I sitibondi… #4
I sitibondi nella sitibondia, un test diverso. Testo di Ando Gilardi… Leggi tutto »I sitibondi… #4
I sitibondi nella sitibondia, un test diverso. Testo di Ando Gilardi… Leggi tutto »I sitibondi… #4
I sitibondi nella sitibondia, un test diverso. Testo di Ando… Leggi tutto »I sitibondi… #3
Con il 2022 il blog gilardiano Firmato Ando inizia la nuova… Leggi tutto »I sitibondi… #2
Nell’anno del Centenario della nascita, che prosegue fino al prossimo… Leggi tutto »I sitibondi… #1
Il blog firmato Ando, al termine dell’anno del Centenario, non… Leggi tutto »Il blog firmato Ando
Complice il clima arido della scorsa estate, i pesanti e… Leggi tutto »Vendemmia dionisiaca
Bar, osterie e locande rappresentano, fin dai tempi antichi, i luoghi della socializzazione e del divertimento, oltre che una delle principali attività commerciali dell’uomo. Moltissimi dipinti di epoca medievale o rinascimentale ci mostrano scene di taverna, dove la convivialità si esprimeva mediante gran mangiate, frequenti bevute e serate passate a giocare d’azzardo, ma pochi sanno che persino il grande Leonardo da Vinci aveva bazzicato per lungo tempo la movida dell’epoca, non da avventore, bensì da Leggi tutto »Secoli di movida
Il più strano bicchiere che la leggenda ricordi è un teschio, quello che il re longobardo Alboino porse crudelmente alla moglie Cunigonda: il teschio del padre di quest’ultima, sconfitto in battaglia. Al di là di macabri racconti, la storia del bicchiere inizia proprio conLeggi tutto »In alto i calici!
La vite rappresenta, per i popoli del Mediterraneo il frutto per eccellenza.
Bene facilmente trasportabile in anfore e di semplice conservazione, il vino fu commerciato fin dalla notte dei tempi; attorno alla coltivazione della preziosissima vite fiorirono intere culture e si diffusero rituali e tradizioni che giungono fino a noi.
Già seimila anni fa i Sumeri simboleggiavano con una foglia di vite, la stessa esistenza umana.Leggi tutto »Vendemmie dionisiache
Un tempo, quando un oste voleva rifilare un vino scadente o pietanze poco fresche ai suoi avventori, prima portava loro del finocchio, con la scusa di offrire qualcosa nell’attesa. Si sa che il finocchio ha un aroma tanto intenso da coprire qualunque altro sapore, così ai poveri malcapitati rimaneva in bocca in modo persistente un gusto simile all’anice che camuffava il sapore scarso del vino. Da qui il detto “rimanere infinocchiato” cioè essere vittima di un imbroglio.
Ma il finocchio non è il solo ortaggio ispiratore di modi di dire.Leggi tutto »Il finocchio dell’oste e il cavolo dell’imperatore