Ghitta Carell tra parentesi
Ghitta Carell. Grande in negativo dal 1 al 26 marzo… Leggi tutto »Ghitta Carell tra parentesi
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Capezzoli finto trasgressivi (rigorosamente taglia xs) da qualche anno “occhieggiano”… Leggi tutto »Capezzoli mainstream
Quando si sfogliano le fotografie di Otto e Novecento è… Leggi tutto »Giù il cappello!
Quando pensiamo alle parrucche il nostro immaginario corre immediatamente agli eccessi settecenteschi, a quelle impalcature che sovrastavano le teste delle nobildonne di Versailles, o ai boccoli ricadenti sulle spalle di Re Sole. Certamente tra il XVII e il XVIII secolo le acconciature “artificiali” raggiunsero la loro massima diffusione in Europa, ma la storia della parrucca affonda le radici in un passato ben più remoto: già utilizzata dagli egizi veniva indossata dagli uomini sul capo rasato e dalle Leggi tutto »Parrucche e parrucconi
Uno degli elementi più folkloristici e amati della nostra tradizione è costituito dai coloratissimi abiti popolari che tutti noi immaginiamo tramandati nei secoli, attraverso le generazioni, fino ad allietare le nostre rievocazioni storiche e le nostre sagre odierne. Lunghe gonne di panno, corpetti e scialli ricamati, pantaloni a sbuffo, gilet e cappelli di feltro, zoccoli e stivali, nastri, nappe, fiocchi, camicie immacolate: nella fantasia popolare sono questi gli Leggi tutto »La nascita del costume popolare
Non è affatto strano che l’arte del pizzo nel corso della storia, abbia toccato vette eccelse soprattutto nelle città di mare. Accostare i delicati intrecci di fili sospesi nel vuoto, alle reti da pesca e alle alghe marine, è piuttosto naturale e il legame con l’arte di fare i nodi, notoriamente patrimonio dei naviganti, ad esempio si ritrova pari pari nella tecnica del macramé, un pizzo di origine araba creato intrecciando e annodando fili con le dita. Il macramé (termine che in arabo associa le parole “frangia” e “nodo”) ha un’origine antichissima e giunge in Italia nel Leggi tutto »Pizzi, trine e merletti
Poiché da qualche tempo è d’obbligo parlare di stereotipi e cliché, vogliamo anticipare l’ormai imminente polemica d’inizio anno scolastico su grembiule “sì”/ grembiule “no” giusto per allinearci al clima generale e dare occasione a tutti di esercitare l’ormai imprescindibile istinto manicheo.
Mentre un tempo il famoso grembiulino scolastico non era altro che un semplice ”abito da lavoro”, una replica di quello che ogni bambino o bambina indossava in casa per non sporcare troppo i vestiti quando le lavatrici erano ancora di là da venire, ecco che con il passare dei decenni è diventato via via unLeggi tutto »Se il grembiule ha classe …
Uno degli elettrodomestici che oggi riteniamo tra i più obsoleti e inutili, è il ferro da stiro.
Complice l’aumento esponenziale dei materiali sintetici nell’industria tessile ormai è raro avere in casa abiti che sopportino la stiratura, lenzuola e tovaglie spesso vengono riposte dopo una velocissima passata, eppure ci sono state epoche in cui il ferro da stiro sembrava indispensabile. Ancora negli anni Cinquanta e Sessanta molte mogli passavano ore a inamidare camicie e volants di pizzo, e a stirare accuratamente gli abiti per renderli lisci e impeccabili. L’effetto tenuta del Leggi tutto »Stirato e inamidato
Entrando in una ricca cucina medievale o rinascimentale, come avremmo potuto riconoscere lo chef, il “comandante” della cucina?
Oggi è relativamente facile in quanto, da quasi due secoli, l’uniforme candida e soprattutto la toque blanche, il caratteristico copricapo cilindrico, fanno parte dell’iconografia del cuoco e lo chef non è solo il più esperto cuoco, ma decide ogni dettaglio relativo alla cucina (piccola o grande) e, tradizionalmente, dovrebbe essere il solo ad indossare la toque.
Anticamente non era così. Negli ambienti nobiliari, la figura dello chef di cucina era distinta da Leggi tutto »Stile da chef
Sotto la giacca fa l’uomo elegante, indossato sulla camicia evoca i cowboys, sulla pelle nuda invece rivela le sue umilissime origini. Il gilet infatti è un capo d’abbigliamento che ha una storia curiosa. Nasce in Turchia con il nome yelek , parola che indicava una giubba di panno con maniche larghe e fino al gomito, usata dagli schiavi delle galere. Non è un caso che nelle “Mille e una notte” il genio, schiavo della lampada, venga spesso raffigurato con ampi calzoni “alla turca” e un semplice gilet ricamato. Con il tempo, in ambito orientale, si trasformò in un Leggi tutto »Schiavi del gilet