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iconoclastia

La Venere decapitata

(una foto al giorno leva l’ignoranza di torno) a cura di Lost Dream Editions

Nel suo romanzo “Il cammello e la corda” ( Sellerio 2006), Domenico Seminerio immagina che un parroco, in Sicilia, durante una partita di caccia, trovi, in una grotta sepolta dalla vegetazione, delle statue pagane che ornavano il giardino di un ricco romano. È l’inizio di una interessante storia di intolleranza religiosa e di iconoclastia: l’odio nei confronti delle religioni pagane e le immagini che ne visualizzavano le divinità, due costanti dei cristiani quando, alla fine del quarto secolo, la loro religione sarà eletta dall’imperatore Teodosio a religione dello stato.

Se tante immagini pagane non ci sono pervenute è perché sono state distrutte dai cristiani. Un esempio fra i tanti: sulla parete di fondoLeggi tutto »La Venere decapitata

La Macchina Fotografica va in Paradiso

Il secondo concilio di Nicea fu convocato nel 787, su richiesta di papa Adriano I, dall’imperatrice d’Oriente Irene, per deliberare sul culto delle immagini (iconodulia). È il VII Concilio ecumenico, riconosciuto dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il contesto storico in cui si inserisce il secondo concilio di Nicea è il rifiuto delle immagini, o iconoclastia, che vedrà coinvolta la Chiesa orientale ed in particolare la Chiesa imperiale di Costantinopoli per almeno un secolo. Il cristianesimo non aveva una eredità artistica; il giudaismo, da cui emanava, evitava la rappresentazione del sacro e del divino. Lo stesso ha fatto il cristianesimo primitivo paleocristiano, che invece faceva ricorso ai simboli (pesce, ancora, agnello, ecc.). Con il IV secolo, sotto l’impulso dello spirito greco, i cristiani cominciarono a Leggi tutto »La Macchina Fotografica va in Paradiso