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Dostoevskij

Il vizio dell’azzardo

gioco d'azzardo: strappo da pubblicità per un libretto di risparmio 1922, elaborazione ©Fototeca Gilardi

“Mangiato che ho, ritorno nell’hosteria: quivi è l’hoste, per l’ordinario, un beccaio, un mugnaio, due fornaciai. Con questi io m’ingaglioffo per tutto dì giuocando a cricca, a trich-trac, e poi dove nascono mille contese e infiniti dispetti di parole iniuriose; e il più delle volte si combatte un quattrino, e siamo sentiti non di manco gridare da San Casciano”
Così scriveva Niccolò Machiavelli all’amico Francesco Vettori nel dicembre del 1513, in piena rinascita delle arti, ma anche di un fenomeno che, rimasto in sordina per tutto il Medioevo, tra Quattrocento e Cinquecento torna a divertire, ma anche a devastare le vite umane: il gioco d’azzardo.
Illustre schiavo della pratica, Machiavelli non si faceva Leggi tutto »Il vizio dell’azzardo