Il 19 agosto scorso, un anonimo 32enne svedese – sotto lo pseudonimo di Gaius Flavius – pubblica su Tik Tok un video in cui rivolge uno strano invito a tutte le donne.
L’invito recita così: «Molte di voi non capiscono quanto spesso gli uomini pensino all’Impero romano. Chiedete al vostro marito/fidanzato/padre/fratello – sarete sorprese dalle loro risposte».
Le risposte si rivelano effettivamente sorprendenti e nel giro di un mese, l’Antica Roma diventa ufficialmente un meme social. Fioccano migliaia di video in cui uomini di varie età dichiarano di pensarci “molto spesso”, anche più volte al giorno, qualcuno fino a 20 volte!
Alcuni pensano all’efficiente sistema fognario romano, altri alla rete stradale o alla durata delle loro costruzioni. Altri ancora sono affascinati dal temperamento guerriero e dall’immensità delle conquiste imperiali. E non mancano riferimenti all’origine latina di moltissime parole nelle varie lingue europee.
Effettivamente basta guardarsi intorno per cogliere ancora nell’architettura, nell’arte, nell’edilizia, nell’urbanistica, nelle forme di governo, l’eredità della cultura latina.
Insomma, qui in Italia si potrebbe capire facilmente. Siamo diretti eredi di quel mondo, parte dei nostri politici si rifanno direttamente alla retorica dell’impero romano e del suo emulo fascista. Abbiamo anche discrete sacche di maschilismo sparse qui e là. E ad ogni cantone ci imbattiamo in un monumento dell’epoca.
Ma il resto del mondo?
Naturalmente il trend social e la sovraesposizione mediatica che ne è seguita, rischiano di sopravvalutare un po’ il fenomeno, ma è interessante chiedersi perché questa passione sia particolarmente diffusa tra i maschi occidentali.
Tanto scontata per gli uomini quanto ignorata dalle donne.
Persino il New York Times e il Washington Post si sono lanciati in diverse interpretazioni.
Secondo i commentatori americani, da una parte la responsabilità andrebbe attribuita al modo in cui l’impero romano è stato spettacolarizzato dal cinema.
In diversi film come “Il Gladiatore” ricorrono infatti tutti i temi tipici del machismo: lotte per il potere, eroi muscolosi, lotte all’ultimo sangue, spade e così via. Quindi è piuttosto facile che questi elementi colpiscano la fantasia di chi vorrebbe identificarsi come “maschio alfa”. O come minimo, quella di chi necessita di semplificazioni riguardo al genere maschile o agli equilibri di potere.
Poi c’è un motivo, a mio avviso più credibile. Gli stessi media americani da decenni ricorrono all’immaginario dell’impero romano e al suo declino, per alludere alla decadenza dell’impero statunitense.
E questo discorso si potrebbe estendere anche a tutti noi occidentali.
Molti pensano che siamo stati a lungo un impero, ma vedono che la posizione di preminenza si sta lentamente sfaldando sotto l’avanzata economica di altri paesi.
Inoltre da tempo siamo meta di ondate migratorie che alcuni tendono ad associare alle antiche invasioni barbariche, concausa del crollo dell’impero romano.
Così in poche settimane ci scopriamo tutti eredi di Cesare per sognare di essere ancora i dominatori del mondo.
Ma a questa analisi potrebbero seguire altre mille domande.
Perché invece di sognare un dominio mondiale – che ha fatto danni irreparabili al pianeta – non sogniamo un mondo alternativo migliore di quello antico?
Per quale motivo alle donne interessa così poco questo immaginario?
Perché così tanti maschi sentono il bisogno di rifugiarsi mentalmente in un mondo patriarcale semplificato e sanguinario?
Rispondere a queste domande potrebbe aprire scenari interessanti che varrebbe la pena di indagare a fondo.
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