L’arte popolare è un’inesauribile fonte di curiose collezioni.
Una delle più interessanti e particolari è quella degli incarti della frutta.
I fragili quadrati di carta velina che un tempo avvolgevano le arance (a volte anche mele e limoni) sono tra i più preziosi “pezzi da collezione”.
La loro delicatezza e la difficoltà di toglierli dal frutto senza procurare il minimo strappo, rendono piuttosto effimera la loro esistenza.
Nati per proteggere le prime arance da esportazione vengono citate per la prima volta nel 1860 nientemeno che dal celebre autore de “La fiera delle Vanità”, William Thackeray.
Dalle poche tracce che gli studiosi di arte popolare hanno individuato, è difficile stabilire dove le veline da frutta siano apparse per la prima volta.
Le origini di questi fogli di carta si fanno risalire tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX in Sicilia, dove si utilizzavano per proteggere le arance nelle lunghe spedizioni. La loro efficacia ne ha presto decretato la diffusione in altri paesi.
C’è chi afferma che nella zona di Valenza, in Spagna, si fosse sviluppata una produzione di incarti per mandarini. Inizialmente “neutri” vennero poi arricchiti da stampe che veicolavano il carattere prezioso del frutto.
Non bisogna dimenticare infatti che, fino agli anni Cinquanta, questi succosi, ma deperibili e carissimi frutti figuravano tra i doni portati dalla Befana una sola volta all’anno!
Il periodo d’oro degli incarti da frutta furono però gli anni Venti del Novecento, quando la grafica delle veline inizia a “seguire le mode” e a produrre centinaia di soggetti diversi.
In posizione centrale solitamente si ponevano scene di raccolta, cesti di frutta e soggetti agricoli racchiusi da una cornice circolare che campeggiava sul frutto incartato.
Il nome del produttore appare piuttosto tardi. In compenso a volte si indicava la varietà della frutta, il tipo di raccolta e il luogo di provenienza.
Tra i colori (al limite del fluorescente) prevalgono il rosso, il nero e l’oro. I motivi folcloristici, mitologici, religiosi e patriottici, si sprecano.
Ovviamente abbondano le figure femminili in costume popolare. I riferimenti al sole e al mare, o all’arte italiana, sono sottolineati da slogan come “Selezioniamo per voi i migliori agrumi!” o “Agrumi pregiati” o “Amore di arancia”.
Oggi pochissimi frutti sono incartati da veline e la loro funzione è puramente decorativa.
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fuori dai circuiti mainstream
Io ho fatto x tanti anni ,il fotoincisore,è so benissimo il lavoro che c’è dietro alla figura di una velina
Buongiorno, ho letto con interesse il suo articolo, mio padre è da una vita che raccoglie queste veline, ne ha 25000 e le tiene come figli. Ha fatto numerose esposizioni e ne vorrebbe fare altre. Mi sa dire se conosce posti o eventi per poter fare questo?
Grazie e complimenti.
Buongiorno Simone,
siamo felici di condividere con lei e con suo padre la passione per questi stupefacenti e fragilissimi oggetti di carta pieni di allegra creatività. Poco più di un anno fa una selezione dalla nostra collezione è stata inclusa nella mostra esposta alla Fondazione MAST, intitolata “Ando Gilardi FOTOTECA“, insieme ad altri esempi di arte degli imballaggi illustrati connessi ai prodotti alimentari: un mondo. Grazie per averci informato della esistenza della collezione di suo padre e ci ricorderemo senz’altro di contattarla se si presenteranno eventuali occasioni di esporla.
E’ possibile avere un contatto con Simone Vecchi? Mi piacerebbe fare degli scambi con suo padre, anche io colleziono incarti della frutta
Grazie
Paolo