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Paola Lombroso

Paola Lombroso – Società dei Reduci delle Patrie Battaglie

Società dei Reduci dalle Patrie Battaglie


Paola Lombroso, primogenita di Cesare – noto antropologo e controverso fondatore della criminologia – nasce a Pavia il 14 marzo 1871.

È la prima di 5 fratelli.
La sorella Gina, che sarà la vera erede dell’attività paterna, ha soltanto 18 mesi meno di lei.

Le due sorelle sono molto legate e crescono a Torino, in un ambiente culturalmente vivace, caratterizzato dal pensiero positivista e dalla passione per il socialismo.

Il padre Cesare è un convinto assertore dell’inferiorità biologica femminile, tuttavia le due ragazze vengono educate come i tre fratelli maschi, su un piano di assoluta parità.

La famiglia, alto borghese, permette loro di frequentare la scuola, ma dando pochissima importanza ad un’istruzione pubblica che ritengono largamente inutile. Molto meno rilevante di quella che le figlie possono ricevere privatamente in casa.

Paola ha un carattere vivace e un’intelligenza brillante, è piena di interessi e curiosità intellettuali.

Mostra prestissimo la sua insofferenza nei confronti dell’autorità scolastica e interrompe gli studi prima di ottenere il diploma.
Tuttavia l’ambiente in cui cresce è ricco di stimoli culturali e lei è dotata di un incredibile spirito di iniziativa che non tarderà ad attivarsi.

Inizia a collaborare, insieme alla sorella, all’opera paterna, ma ben presto si orienta verso la scrittura.

Giovanissima ha la possibilità di conoscere da vicino Anna Kuliscioff che, esule dalla Russia, è accolta e protetta dal padre Cesare.

Anna non è solo una specializzanda in ginecologia.
È anche un’anarchica, una socialista, una madre single che ha avuto una figlia da Andrea Costa, e che convive con Filippo Turati.
È “la dottora dei poveri”, come sarà chiamata pochi anni più tardi.

Inevitabilmente il suo esempio e la sua personalità non possono che colpire profondamente Paola che è folgorata dalla personalità della Kuliscioff.

Instaurerà con lei un saldo e duraturo rapporto di amicizia.

Da Anna Kuliscioff, Paola mutuerà un’autentica passione per le tematiche sociali che la orienteranno verso lo studio della pedagogia e l’abbandono del determinismo paterno.

A cavallo degli anni Ottanta e Novanta Paola Lombroso produce articoli per varie riviste letterarie e culturali, ma i suoi interessi si concentrano sul giornalismo per l’infanzia.

Collabora fin dal 1892 con Cenerentola un giornalino per ragazzi in età scolare fondato dal romanziere Luigi Capuana.

Poco tempo dopo parteciperà anche alla realizzazione del Giornalino della Domenica di Vamba.

Questo genere letterario nuovo, nato appena dopo l’Unità d’Italia, poteva già contare su collaborazioni importanti come quelle di autori come De Amicis.

E Paola Lombroso si può considerare una pioniera delle riviste e dei racconti per ragazzi, ma il suo progetto più importante arriverà dopo diversi anni di attività sociali.

Nel 1894 pubblica i Saggi di psicologia del bambino.

Nel 1896 fonda assieme alla sorella Gina, l’istituzione “Scuola e famiglia”.
Si tratta di un doposcuola che ha lo scopo di occupare i ragazzi più poveri dopo l’orario scolastico per non lasciarli abbandonati a se stessi.

L’iniziativa ha un tale successo che finisce per coinvolgere tutte le scuole elementari di Torino.

La sua attività sociale e pedagogica, va di pari passo con quella politica e giornalistica.

Totalmente coinvolta nella causa proletaria scrive per l’Avanti!, Il Secolo e La Gazzetta del Popolo componendo appassionati appelli in favore delle classi meno abbienti.

Per questo nel 1898 la accusano di «eccitamento all’odio tra le classi sociali» e subisce una condanna a tre mesi e mezzo di carcere.

Meno di un anno più tardi sposa Mario Carrara, l’allievo prediletto del padre e suo successore alla cattedra di medicina legale all’Università di Torino.

Uomo integerrimo, direttore del Museo di antropologia criminale, uno dei massimi esperti italiani di criminologia. Fu tra i pochissimi docenti universitari che rifiutarono il Giuramento di fedeltà al Fascismo.

Dall’unione con Carrara nascono due figli: Enrico nel 1900 e Maria Gina nel 1902.

Nel 1906 nasce anche un terzo “figlio”.
Ma questa volta si tratta di un progetto editoriale dedicato all’infanzia che Paola Lombroso Carrara immagina come un settimanale illustrato a fumetti.

Il suo progetto non manca di un intento pedagogico, ma vuole insegnare divertendo.
Lei si è già documentata su analoghi prodotti francesi e inglesi. Ha un’idea ben precisa dei collaboratori e dei professionisti che chiamerebbe a lavorare al progetto.

Paola Lombroso
Paola Lombroso – Società dei Reduci delle Patrie Battaglie

Il problema è solo quello di rivolgersi ad un quotidiano solido e organizzato che possa reggere la realizzazione e la distribuzione capillare del giornalino.

Sceglie il Corriere della Sera e propone il suo progetto al direttore Luigi Albertini che si dice interessato e la incarica di “organizzare i primi numeri.

Nasce così, nel dicembre del 1908, il Corriere dei Piccoli.

Nonostante il progetto sia totalmente suo, il nome di Paola Lombroso Carrara non apparirà mai nelle pagine del Corrierino.
Albertini rifiuterà di affidare la direzione del giornale ad una donna.

Dopo un contenzioso, mediato per Paola dall’amico Filippo Turati, lei troverà uno spazio nella rubrica della “Corrispondenza” con i lettori.

Anche qui Paola Lombroso, con lo pseudonimo di “zia Mariù” (ispirato dal suo secondo nome Marzola) farà un mezzo miracolo.

Sollecitata dalla maestra di una piccola scuola di montagna che chiedeva ai lettori del Corrierino qualche libro per i suoi allievi, attiva attraverso la posta un sistema di donazione.

Nasce così il progetto al quale Paola Lombroso sarà più affezionata e che cambierà la vita delle scuole periferiche: la creazione delle “Bibliotechine rurali”.

Il progetto parte in sordina, ma ottiene un successo clamoroso.

I piccoli lettori del Corrierino regalano chi un libro di fiabe, chi un libro di avventura, chi pochi spiccioli.
Nel giro di pochi mesi Paola Lombroso raccoglie un centinaio di libri che invia personalmente in 10 piccole scuole, attivando le loro micro biblioteche.

Riesce a coinvolgere famosi illustratori come Mussino, Edina Altara, Eugenio Colmo che disegnano per lei cartoline da colorare. I bambini poi le rivendono ricavandone fondi per l’acquisto di libri.

Si crea un circolo virtuoso di generosità, cultura e vicinanza tra diverse classi sociali.

Nel 1912 ha già creato 1000 bibliotechine, ma la sua intraprendenza e l’insofferenza per le “censure” imposte da Albertini alla sua rubrica, compromettono definitivamente i rapporti con il direttore.

Lascia così il Corriere dei Piccoli e per il resto della sua vita si dedicherà anima e corpo al Bollettino delle bibliotechine rurali.

Questa nuova pubblicazione raccoglierà in modo preciso tutti i dati relativi al progetto, ma anche le iniziative e le collaborazioni con una fitta rete di sostenitori, letterati, artisti e altri personaggi di spicco.
Insieme al progetto delle Bibliotechine rurali Paola Lombroso organizzerà un gruppo di illustratrici e creatrici di giochi per bambini, promuovendone le attività.

Il suo impegno sociale però non si limita a sostenere l’alfabetizzazione dei ceti rurali.

Nel 1915 allestisce un ricovero per i figli dei richiamati alla guerra che non hanno parenti che li possano ospitare.

Parte con 35 bambini: alla fine della guerra sono 600.

Ha così l’idea di creare con la sorella Gina la “Casa del sole” che possa accogliere temporaneamente i figli dei tubercolotici, per sottrarli al pericolo del contagio e alla miseria.

Durante il periodo fascista però tutte le attività filantropiche di Paola Lombroso si bloccano o vengono assorbite dalle istituzioni fasciste.

Le Bibliotechine tornano attive nel 1951 grazie anche all’aiuto dell’amica Ada Gobetti.

Resteranno un presidio culturale fino alla morte di Paola Lombroso (1954) che le citerà sempre come la migliore esperienza della propria vita.

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In Fototeca conserviamo diverse preziose gallerie di ritratti, sono collezioni di rilievo che vale la pena di esplorare sfogliando una a una le vite dei personaggi illustri che la storia non ha trasformato in icone universali, ma che hanno lasciato tracce rilevanti grazie al loro contributo umano e professionale o per la particolarità della loro vita.

Vi proporremo periodicamente un protagonista “diversamente illustre” per condurvi nel cuore di una delle nostre collezioni più interessanti, il Fondo “Società dei Reduci dalle Patrie Battaglie” del Ministero dei Beni Attività Culturali e del Turismo. Buona esplorazione ai cultori dell’immagine storica.

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