Chi sono i più famosi bugiardi della storia?
Chi, gli ingannatori seriali, i mitomani, gli imbroglioni, i creatori di frottole più celebri?
Non c’è che l’imbarazzo della scelta. La storia trabocca di illustri menzogneri che spesso devono la loro fama, proprio alla capacità di prendere in giro il prossimo.
Forse il primo e più illustre bugiardo che la storia ricordi è Ulisse, l’eroe greco “dal multiforme ingegno” di cui Omero celebra l’astuzia.
Un’astuzia così fine, da dare una svolta – ahimè sanguinaria – a un assedio durato 10 anni.
Sua fu l’idea del cavallo di Troia: splendido dono per i nemici, ma infarcito di guerrieri che metteranno a ferro e fuoco la città.
Tuttavia Ulisse non era nuovo agli imbrogli e alle bugie. Per non partire per la guerra, un decennio prima si era finto pazzo.
In seguito aveva smascherato Achille il quale, per non andare in guerra a sua volta, si era finto una ragazza e si era rifugiato in un gineceo. Il gusto per il travestimento e per la finzione accompagna tutta la sua vicenda. Con l’avallo della Dea Atena che contribuisce a occultarne i tratti davanti agli occhi di amici e familiari.
Pur senza l’aiuto divino, anzi, in totale spregio delle antiche consuetudini religiose, fu una donna molti secoli dopo, a ingannare tutto il mondo cristiano dell’epoca fingendosi Papa.
Alcuni affermano infatti che tra l’853 e l’855, il soglio pontificio sia stato retto da un papa di nome Giovanni VIII. Questo pontefice in realtà era una donna, passata alla storia come la Papessa Giovanna.
Inglese, nata a Magonza, abile nell’arte della bugia e del travestimento, aveva celato la sua identità sotto lo pseudonimo di Johannes Anglicus. Così, prendendo l’aspetto di un monaco, aveva scalato con sfrenata ambizione le gerarchie della chiesa.
Sfortuna volle che, durante una processione, per la papessa – incinta di qualche suo amante – iniziasse il travaglio, rivelando alla folla la sua vera identità.
Sembra che la religione ispiri parecchia gente a ingannare e mentire.
Basti pensare a Rasputin, il mistico russo confidente della zarina Alessandra che riuscì a manipolare per lunghi anni la corte di Nicola Romanoff, facendo credere a tutti di aver curato l’emofilia dello zarevich Alessio. Dopo aver tanto tramato, ingannato e accumulato denaro, si guadagnò l’inimicizia del Principe Jusupov che ne decretò la morte.
Tuttavia la tempra eccezionale del “monaco” costrinse i suoi nemici ad avvelenarlo col cianuro, poi a sparargli ripetutamente e infine a gettarlo in un fiume ghiacciato. Tanto era l’odio dei suoi detrattori che il suo cadavere, emerso il giorno successivo, venne bruciato ai bordi di una strada.
L’unica “reliquia” rimasta: il suo leggendario pene che venne asportato e messo sotto formalina.
Poi ci sono gli insospettabili come Francesco Redi. Scienziato e cortigiano, naturalista e letterato, medico personale di due Granduchi di Toscana, Ferdinando II e Cosimo III, accademico dell’Arcadia, del Cimento e della Crusca. Fu uno degli ultimi ingegni veramente enciclopedici della cultura occidentale.
Dopo una vita di studi seri e pubblicazioni impeccabili, nutrendo un sovrano disprezzo per l’ambiente di corte mediocre e futile, se ne prese gioco nel modo più sprezzante possibile.
Per divertimento decise di falsificare centinaia di voci del Vocabolario della Crusca. Si inventò di sana pianta autori e testi del Trecento e del Quattrocento, di cui affermava di possedere i relativi manoscritti. La beffa è stata scoperta solo tre secoli più tardi, nello sconcerto generale.
Infine, come dimenticare il conte di Cagliostro! Nei cinquant’anni che lo videro su questa Terra, Giuseppe Balsamo (questo il suo vero nome) mise in atto ogni tipo di inganno. Usurpò titoli nobiliari, frodò senza distinzione di censo, millantò sapienza e abilità. Questo medico impostore, alchimista, guaritore e fabbricante di unguenti prodigiosi, fu un vero mitomane. Per alcuni un truffatore, per altri un vero mago veggente, Cagliostro percorse tutta l’Europa, affiliandosi alla massoneria e fondandone lui stesso una, di rito egizio. Condusse una vita avventurosa, ma finì poi per morire miseramente, ormai completamente pazzo, nella cella del Pozzetto del carcere di San Leo.
E, per voi, chi è il più grande bugiardo della storia?
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