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Chi sarà il nostro 13° Presidente?

chi sarà il nostro 13° Presidente della Repubblica? 24 novembre 2022 elaborazione ©FototecaGilardi

Chi sarà il nostro 13° Presidente della Repubblica?

Il toto-nomi è aperto da settimane e il teatrino delle candidature funziona come al solito a dovere, nascondendo i veri papabili fino all’ultimo momento.

Secondo l’articolo 84 della Costituzione italiana, qualunque cittadino potrebbe essere candidato presidente. Le uniche due condizioni che la legge pone sono che goda di diritti civili e politici  e che abbia almeno cinquant’anni.

Nella storia della nostra Repubblica il più giovane presidente è stato Francesco Cossiga, eletto a 57 anni nel 1985.

Mentre il più anziano al Quirinale – se non si conta il secondo mandato di Napolitano – è stato Sandro Pertini, salito al colle a 82 anni.

Sebbene siamo abituati a pensare al nostro Presidente della Repubblica come un soggetto proveniente dalla politica, nessuno vieta che sia invece una figura preminente del mondo culturale, imprenditoriale o scientifico.

È tuttavia inevitabile che conosca bene le dinamiche della politica, interna ed estera.
E che non sia a digiuno sul versante della giurisprudenza.

Per tratteggiare il ritratto di un potenziale 13° Presidente della Repubblica potremmo scorrere i titoli di studio e le professioni dei presidenti del passato.

Ed ecco che emergerebbe immediatamente la preparazione giuridica: tre quarti di essi hanno conseguito proprio una laurea in Giurisprudenza. Due di loro – Pertini e Leone – hanno anche una seconda laurea, in Scienze Politiche.
Di “umanisti” ne risultano due, Ciampi e Gronchi, con una laurea in Lettere.
Unico laureato in Economia e Commercio: Saragat.

Quasi tutti provenivano dal mondo della politica (l’unico non-parlamentare eletto Presidente, è stato Ciampi) e da ruoli dirigenziali o fondativi nei partiti storici.

La metà ha ricoperto importanti incarichi accademici e due – Einaudi e Ciampi – sono stati Governatori della Banca D’Italia.
Poi abbiamo ben 4 membri dell’Assemblea Costituente (Einaudi, Gronchi, Segni e Pertini) e il Presidente della stessa (Saragat).

Come sentiamo ripetere di continuo, il capo dello Stato dev’essere una “figura di garanzia” un personaggio “super partes”, ma cosa significa?

Via via nella storia della nostra Repubblica questa definizione ha assunto significati diversi.

Nel caso di De Nicola, primo presidente, voleva dire ad esempio scegliere un monarchico di origine meridionale per “compensare” la prevalenza di deputati del Nord e di orientamento repubblicano.

Ma che caratteristiche dovrebbe avere oggi un Presidente della Repubblica “super partes”?
Tra chi o cosa dovrebbe mediare?

E soprattutto, dopo tre presidenti “esternatori” (Pertini, Cossiga e Scalfaro) e altri tre particolarmente riservati (Ciampi, Napolitano e Mattarella), cosa ci dobbiamo aspettare?

Ma mi chiederei anche che tipo di Presidente desideriamo in questo momento storico così difficile.

Per chi è abbastanza vecchio da averlo visto e sentito, la nostalgia di un presidente come Pertini è ancora viva e bruciante.
Inutile dire che la linea che separa un Presidente qualsiasi da uno eccezionale è stata stabilita con lui, nel 1978.

Purtroppo, da quasi 40 anni, è ancora ferma lì e avere come Presidente una donna sarà soltanto uno dei necessari passi avanti.

E neppure il più importante.

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