Dopo mesi e mesi di celebrazioni monarchiche a reti unificate, culminate con l’incoronazione di Re Carlo III, qui nel sud Europa si comincia a sentire nostalgia di repubblica.
Fortunatamente il prossimo 2 giugno, nonostante i programmi “presidenzialisti” del nuovo governo, ci ritroveremo ancora una volta a celebrare la festa nazionale che ha dato identità al nostro paese.
Sappiamo che la nostra è una repubblica parlamentare giovane, recente, forse ancora un po’ immatura. A volte, addirittura, scricchiola e mostra l’oscuro desiderio di avere “un solo uomo al comando”.
Tuttavia, dopo quasi 80 anni, possiamo dire che la forma repubblicana sia stata la scelta migliore fatta dai nostri bisnonni che, quel 2 giugno 1946, accorsero in massa per liberarsi dei Savoia.
La storia ci rammenta che il paese era spaccato a metà e il passaggio dalla monarchia alla repubblica avvenne in un clima di tensione, tra polemiche e accuse di brogli.
Ma questo è comprensibile se pensiamo che il referendum rappresentò l’ultimo passo di una lunga transizione dalla dittatura fascista alla libertà. Una transizione bagnata dal sangue dei caduti in una lunga e terribile guerra civile.
Una repubblica nata sulle ceneri del nostro paese, nata dal sacrificio di migliaia di uomini e donne e “incoronata” con la più bella Costituzione che sia mai stata scritta, ci si augura che duri a lungo.
E il prossimo 2 giugno dovrà essere celebrata nuovamente, con un pensiero speciale a chi, ancora oggi, si dimostra disposto a combattere per le libertà e i diritti sanciti dalla nostra carta costituzionale.
© riproduzione riservata
>>> visita il nostro negozio online per leggere guardare ascoltare
fuori dai circuiti mainstream