Quello delle immagini è sempre stato un linguaggio rivolto allo scopo di liquidare, annientare qualcosa che, per riassumere, possiamo descrivere come l’intelligenza dell’uomo, il senso morale, la ragione e la logica. Per vedere montagne di corpi offesi e disfatti non occorreva aspettare le fotografie dei lager, ma guardare con gli occhi del futuro i dipinti dedicati all’Inferno. Come quelli di Bosch che sono più spaventosi delle fotografie delle fosse comuni. Nelle camere a gas di Auschwitz sono definitivamente finite anche le Immagini. Sopravvive la Poesia, però ogni giorno che passa sempre peggio, a fatica.
