Quando si sfogliano le fotografie di Otto e Novecento è curioso vedere come tutti all’epoca portassero cappelli
Oggi, a parte qualche cappellino da baseball al parco o qualche toque di lana quando nevica, è piuttosto raro vedere qualcuno che ne fa uso.
Cosa può aver provocato l’abbandono dei copricapi che fino agli anni Quaranta sembravano un accessorio imprescindibile sia per gli uomini che per le donne?
Pagliette, borsalino, cilindri per i signori. Cuffie, cappelli alla marinara, cappellini con la veletta, “flowerpot” e cloche per le signore.
Il mondo dei copricapi era variegato e prospero, tanto che persino Coco Chanel iniziò la sua sfavillante carriera nella moda creando, nel 1908, una collezione di cappelli.
Ci sono alcune ipotesi che spiegano la scomparsa dell’uso dei copricapi e la principale è quella che la associa alla contemporanea diffusione dell’automobile.
Prima dell’avvento dell’auto ci si muoveva più spesso con qualunque tempo camminando all’aperto, cavalcando, o viaggiando su vetture scoperte come carri o biciclette.
Il cappello quindi era indispensabile per proteggere le persone dalla pioggia, dal sole e dalla polvere. Ma l’uso dell’automobile che proteggeva da qualunque disagio durante i vari tragitti, rese obsoleto il cappello.
Senza dimenticare che il tetto basso delle auto era decisamente incompatibile con i voluminosi cappelli della Belle Epoque, ma anche con un semplice cappello di paglia.
I cappelli a cloche e il borsalino seppero adattarsi a questo nuovo mezzo di trasporto rimanendo ben saldi sulla testa nel corso degli anni Trenta.
Tuttavia alla fine degli anni Quaranta la moda stava già tramontando e le teste si scoprivano, felici (bisogna dirlo) di non dover portare più neppure i berretti militari, pessimo ricordo dell’appena conclusa Guerra Mondiale.
La liberazione dalla guerra portò a un desiderio di liberarsi da ogni vincolo e costrizione.
I cappelli probabilmente rappresentavano un vincolo formale, poco compatibile con questo nuovo clima di euforia e di benessere.
I giovani erano proiettati verso un totale ribaltamento dei costumi che si realizzerà, più tardi, negli anni Sessanta quando il cappello continuerà a campeggiare negli scatti di moda, ma senza più conquistare le masse.
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