Meglio rider che fotografo Meglio senzatetto che fotografo Meglio bracciante agricolo che fotografo Meglio magazziniere-di-Amazon che fotografo Meglio disoccupato che fotografo Meglio precario che fotografo Meglio a-tempo-determinato che fotografo Meglio pensionato-con-la-minima che fotografo Meglio mendicante che fotografo Meglio operatore-di-call-center che fotografo Meglio cassa-integrato che fotografo Meglio stagionale che fotografo Meglio mercenario che fotografo Meglio cervello-in-fuga che fotografo Meglio miserabile che fotografo Meglio ladro che fotografo non pensare che tre macchine appese al collo o sul cavalletto, ti salvino dallo essere sfruttato e offeso, dall'alto come dal basso e preparati a lottare con ogni mezzo per la sopravvivenza.
Alla maniera del proclama Non fotografare… espansione approfondita, aggiornata e un po’ poetica del più celebre aforisma gilardiano, per mettere fine agli equivoci e abusi.
NB.: senza offesa per chi appartiene alle categorie citate
Brava Patrizia, sì questo bell’aforisma di Ando Gilardi non sempre viene interpretato correttamente: qualcuno spesso capisce anche l’esatto contrario e cioè che sia quasi un inno al ladro e al suo rubare. Invece il significato è amaro, deve far riflettere sul poco valore che il mercato dà al lavoro del fotografo tanto che convenga intraprendere qualsiasi altra carriera più umile e come ultima risorsa persino il ladro, suo malgrado, per sfamarsi. Ando profondo conoscitore del Romanticismo francese, certamente pensava al Jean Valjean dei Miserabili, protagonista del romanzo omonimo che scontò una lunga pena a causa di un furto commesso per fame. Certo che se Gilardi avesse detto “meglio sguattero che fotografo” non avrebbe avuto pari attenzione che con il suo “Meglio ladro…” il paradosso era nelle sue corde e provocare qualsiasi reazione anche negativa nei suoi interlocutori una scommessa per destare interesse, evviva Ando!
ma “quelli” erano “miserabili” !!!