La notizia è che Noris Lazzarini, curatrice, ricercatrice e artista internazionale, particolarmente attiva in territorio sudamericano, ha invitato Rubén Mendieta Benavidez, direttore della casa editrice messicana Ediciones del Lirio, a leggere il saggio di Ando Gilardi Storia sociale della fotografia; il direttore, colpito dal suo contenuto innovativo, ha fortemente voluto promuoverne la diffusione nella cultura latinoamericana con una rigorosa traduzione in lingua spagnola a cura di Pilar Carrillo Farga, docente di letteratura italiana presso la Facultad de Filosofía y Letras de la Universidad Nacional Autónoma de México (UNAM). È un evento straordinario, è la prima traduzione in lingua straniera del saggio di proporzioni imponenti che il nostro fondatore ha scritto nel 1976. Questo saggio ha definito, come una pietra miliare, la sua concezione di Storia della Fotografia, lontana dalle altre già scritte fino a quella data: tutte le storie della fotografia scritte prima della sua, ne trattavano come se fosse solo un nuovo mezzo per produrre immagini ma la fotografia secondo Gilardi era ben di più. Le precedenti storie della fotografia avevano un indice che in ordine cronologico progrediva dalla invenzione trattando dei diversi autori, le loro poetiche il loro modo di esprimersi con il nuovo mezzo e anche le evoluzioni tecniche dello stesso che ne modificavano i risultati e i segni, tuttavia nessuno aveva mai trattato delle diverse applicazioni operative della fotografia in diversi ambiti: per Gilardi era chiaro che la fotografia fosse uno strumento di misurazione e di lavoro, oltre che un mezzo di espressione. La storia della fotografia, in questo saggio, è stata affrontata invitando a riflettere sulla sua nascita e crescita industriale che concerne sia la produzione dei materiali di supporto che la diffusione dei contenuti con la fotoincisione che ha consentito per la prima volta la stampa in alte tirature di tutte le immagini, non solo quelle fotografiche. Invitando inoltre a riflettere sull’entità di chi diffondeva le immagini e le informazioni che veicolavano, sottolineando il fatto che il messaggio diffuso è sempre funzionale a chi lo trasmette.
La mole del saggio è importante anche dal punto di vista iconografico, si tratta di più di 1300 illustrazioni tra disegni, pagine, copertine e fotografie e a distanza di oltre 40 anni, dato anche il passaggio da analogico a digitale, in Fototeca abbiamo dovuto organizzare una ricerca quasi ex-novo e verificare l’idoneità delle matrici che dopo così tanti anni si erano in parte deteriorate. Un lavoro di vera e propria ricostruzione, tenendo conto che nel 1976 noi non eravamo ancora arrivate in Fototeca e quindi abbiamo esplorato libri ottocenteschi, schede e documenti per la prima volta scoprendo autentici tesori. Come riferimenti siamo partite dalla prima edizione Feltrinelli 1976 per arrivare all’ultima Bruno Mondadori 2000 e ci siamo trovate inevitabilmente anche sul percorso di ricerca di Gilardi per il reperimento delle notizie utili alla scrittura del trattato: potrebbe esserci tanto materiale di lavorazione adatto per la realizzazione di una spettacolare mostra di taglio didattico/divulgativo che confidiamo possa venire realizzata dalla stessa casa editrice a Città del Messico. Il volume è programmato per l’uscita entro il 2020.
Nel 2021 cade il 100° compleanno di Ando Gilardi, sarebbe molto appropriato festeggiarlo con il successo dell’edizione ispano-messicana ma anche – magari! – con la preparazione della traduzione in qualche altra lingua: ci stiamo lavorando.