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Meno luce più illuministi

Meno luce più illuministi

Quando si diffuse l’illuminazione pubblica, tutti si entusiasmarono vedendo le loro città splendere anche di notte.

Parigi, “la ville lumière”, cioè graziata dalla luce della Ragione degli Illuministi, si rischiarò anche grazie a una serie infinita di lampioni e di lampade.
Fu questo l’inizio di una competizione sempre più accesa tra le varie città del mondo. Impegnate a superarsi in splendore combatterono l’idea stessa di notte e di oscurità.

I popoli primitivi, molto più saggi di noi, mai avrebbero esaltato una sola divinità escludendo le altre.
Mai avrebbero privilegiato il calore e la luce del giorno, senza onorare – allo stesso tempo – il fresco e oscuro riposo della notte.
Il rischio sarebbe stato quello di far adirare l’intero pantheon attirando su di sé la vendetta delle divinità “escluse” dalla devozione.

Sembrerebbe un pensiero ingenuo e magico, ma resta il fatto che quando si privilegia un solo tipo di pensiero, di funzione, di credenza, la situazione precipita. È solo questione di tempo.

Sappiamo tutti che non è razionale spingere sempre nella stessa direzione. La vita stessa dell’uomo, del pianeta e dell’universo richiede “misura” e questa misura consiste nel cambiare direzione prima di eccedere.

Meno luce più illuministi

Ora che – a causa dei nostri eccessi, dell’avidità di alcuni e dello spreco di molti – ci stiamo avviando verso un’economia di guerra, abbiamo forse capito che pretendere di vivere un eterno giorno è irrazionale.

I famosi “lumi della ragione” possono illuminarci forse meglio delle lampade a led e farci passare la paura.

Al di là delle individuali scelte responsabili di risparmio energetico, diviene chiaro che storicamente abbiamo bisogno di operare una vera rivoluzione, pari a quella ottocentesca, ma di stampo inverso.

Non possiamo più pensare di far crescere infinitamente un’economia energivora come è la nostra.

Quindi certo, adesso mettiamo un maglioncino in più, abbassiamo i caloriferi, non sprechiamo gas, prendiamoci un calmante davanti alle bollette.
Ma cerchiamo di essere consapevoli che, anche in mancanza di guerra e di penuria, il mondo economico e quello dell’energia devono essere rivoluzionati.

E in campo energetico dovremo escludere in tempi brevissimi sia gli sprechi, sia ogni fonte non rinnovabile o passibile di provocare disastri ambientali, come è quella nucleare.

Non abbiamo abbastanza inventori, tecnici e scienziati capaci?
Mi permetto di dubitarne assai.

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