Michele questo è il tema più importante di tutta Fotocrazia e non lo finirei. Traduco in volgare quello che hai detto tu e condivido. Nell’uso più comune il linguaggio, col testo, sfrutta la fotografia quasi sempre vergognosamente, poi se conviene ed è importante la fotografia sfrutta il linguaggio per “rappresentare” di più. Miche’, ho 70 anni di mestiere e ti dico che si prendono per il culo una con l’altro, testo e foto, con lo scopo terminale di prendere per il culo qualcuno, come il lettore dei rotocalchi ma specialmente chi studia la storia, sociale come dell’arte. [27/04/2011]
Esiste un mezzo chiamato Fotografia. Poi esiste un mezzo chiamato Linguaggio. Dio sa perché, che prove ne hanno, chi glielo lo ha detto che con il secondo si possa spiegare che cosa è il primo e non viceversa. Viceversa! che è una regola elementare della logica matematica. Questa fiducia nel linguaggio, nella sua scrittura, non cessa di sorprendermi e mi commuove: pensando poi che nella norma si usano 800 parole su 100.000 (è un conto preciso delle occorrenze di tutti i commenti). Immaginate una finestra aperta, quella di una ricca cucina: ci passa davanti uno e sente profumi, poi scrive a Cibocrazia e spiega come si fanno le ricette, i “piatti” che roba ci vuole, i tempi di cottura e che cosa alla fine significa il piatto… Amiciiii! Guardare una fotografia è meno che annusarla: io ho fatto il cuoco in cucina per 70 anni: lasciate che ve lo dica, voi non avete la più pallida idea di che cosa sono davvero le fotografie, ne conoscete solo l’odore… [27/04/2011]
E va bene anzi male, nessuno ha raccolto che come tu dici l’orina, la pipì, è stata per molto tempo uno dei liquidi importanti della fotografia, e parlo per esperienza e antica necessità. Il vecchio fotografo come Ando Gilardi passava mezze giornate in camera oscura, e se gli scappava di fare pipì non usciva dal buio per ovvie ragioni, ed era comodo farla in una bacinella e da lì a provare di usarla: il passo è logico. Io come tutti ho provato a usarla, e anche dopo averla filtrata con carte e imbuto, come sviluppo, fissaggio ma soprattutto come viraggio e ho anche proposto in certi miei scritti una piccola terminologia appropriata (urinografia…). Come viraggio funzionava benino, il risultato era vicino a quello del viraggio all’oro, o al bronzo, e a Lanfranco Colombo, allora lavoravo per lui, avevo regalato un photurinoritratto non male che ha rifiutato… Ma veniamo al Piss Christ di Serrano: vorrei fare quasi un appunto, nessuno ha usato la parola reliquia per parlarne, eppure di Serrano, di formazione profondamente cattolica, questa era l’intenzione segreta: quella di una “sacra” reliquia che a parte la forma avesse etimi e sensi ancora più complessi e profondi di quelli della Sindone di Torino, il “Negativo Celeste”. Infine le mostre dove appare il Piss Christ di Serrano, che ha “liquidato” il nostro Manzoni, possono allora chiamarsi Ostensioni… eccetera eccetera. Mi pare allora con tutta la riverenza dovute che i tuoi bravi bravissimi lettori abbiano a volte come si dice menato per l’aia del tema centrale il cangrande della fotografia… [24/04/2011]
“…Tanto per ribadire ancora una volta che, senza le parole, le fotografie spesso restano ambigue…” E viceversa Michele, soprattutto soprattutto viceversa! Un consiglio: non credere mai mai mai mai a delle parole se non sono testimoniate – attento – non da una ma da tante fotografie… [23/04/2011]
Intervengo intervengo, ma intanto lo so che nessuno poi mi riprende perché mi considerano un povero vecchio fotografo rimbambito. Domanda: che differenza c’è a prendere, esempio, la fotografia di un gatto da un gatto; oppure dal prendere la fotografia di un gatto scegliendola fra 2.567.654 fotografie di gatti che trovo in Google Immagini e Flick eccetera? Che poi se voglio sentirla proprio mia al gatto con Photoshop posso allungargli tanto per dire i baffi e cambiare il colore degli occhi. E quando scrive che oggi le vere “macchine” fotografiche non sono più le Canon e le Nikon e che per fare arte fotografica chi va in giro con questi vecchi cimeli appesi al collo viaggia sui trampoli e lascia la Ferrari in garage? Io non posso rassegnarmi all’idea di essere io il rimbambitoooooo… e scrivo con simpatia che quando vedo un fotografo che alza la macchina per fotografare il gatto, io lo vedo come se pigliasse la piuma di un pavone e se la ficca nel sederino per sembrare più bello e importante degli altri… [20/04/2011]