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32. Viva la Molla!

Definizione, cioè aforisma: l’Uomo è l’animale che porta le mutande e se le abbassa da solo per prenderlo meglio. [14/09/2011]

Michele è vero, avevo capito e saputo male (non ho il cellulare che fotografa) e spiegato peggio. Certo se scatti con il cellulare e basta li nessuno lo sa. Tutto nasce da quella che tu chiami condivisione. Cioè dimmi se sbaglio ancora una volta: dopo che hai preso l’immagine con il cellulare puoi mandarla a Tizio senza correre rischi? Io poi credevo che tutte le conversazioni attraverso il cellulare da qualche parte sono sempre registrate e dunque illegalmente disponibili. E anche le immagini, ma ripeto in queste cose sono totalmente analfabeta. [14/09/2011]

Cioè, non vorrei, per restare nel succo, che la parola che a te piace tanto condividere abbia un significato molto molto molto diciamo più ampio di quanto si possa sperare… [14/09/2011]

Grazie Michelino, è quello che intendevo: dirò di più, se uno ha il numero telefonico del tuo telefonino può mettersi in casa un registratore aperto 24 su 24 e registrarsi tutte le parole e le immagini che mandi e ricevi. Ma adesso una cosa che allarga il discorso. il famoso clic fotografico per essere ha bisogno di consumare una misura di energia. Attento amico mio: la quale energia può essere umana o disumana. È fornita da una Molla, da una Pila o da una Batteria ricaricabile come la molla. Solo che nella mia cara amica Leica F la ricaricavo io tirando la levetta che trascinava la pellicola. Lasciamo perdere la Pila, il clic batterico non dipende da me bensì per farla breve che pare assurdo ma non lo è: dipende dalle miniere di carbone, dai pozzi di petrolio, dalle centrali nucleari… voglio dire che se di colpo mancasse l’elettricità una volta esaurite le batterie hai un bel cercare con il pollicino la levetta sulla Canon digitale e i telefonini: non c’è! La fotografia scompare di colpo nel mondo tranne ovviamente per il fotografo che abbia ancora una vecchia Leica o qualcosa di simile. Concludo, oggi usare una macchina fotografica attuale significa mettersi in casa una possibile spia che se dici e ricevi una parola o una immagine ne viene informata e la registra punto per punto. Non solo, se poi la usi in modo che a qualcuno potente non piace se ti toglie la elettricità e ovviamente può farlo il “magico” attrezzo diventa utile solo per rompere le noccioline. Oh, a proposito, dimenticavo: guarda che Andrew Emond vuole prenderci per il culo, è una specie di Marchese del Grillo della fotografia. Ti abbraccio e… viva la Molla! [15/09/2011]

Aiuto Michele, temo che nessuno si renda conto che la elettrificazione – perché è la parola giusta – della fotografia ha rappresentato e rappresenta e rappresenterà sempre più un salto, meglio scaverà un abisso un milione di volte più profondo di quello apertosi fra l’analogico e il digitale. Metafora: il Fotografo per più di un secolo è stato un cocchiere seduto a cassetta di una carrozza tirata da cavalli, uno o anche dodici. Poi di colpo si è trovato fra le mani un volante e lui sta seduto sopra un sedile di automobile e il tutto cammina a motore. Niente! Lui continua a guidare tirando il volante per cavalli che non ci sono e addirittura li incita oplà oplà… Arriva al punto di schioccare una frusta fuori dal finestrino di una Ferrari… [15/09/2011]

Hai ragione Michele come sempre, però io non riesco a togliermi dalla testa che la luce elettrica, le lampadine, l’elettricità per antonomasia, sono entrate nell’uso mezzo secolo dopo l’invenzione diciamo ufficiale, di Stato, e poi nell’uso corrente della fotografia… Sai e non scherzo che io in camera oscura, per illuminare l’ambiente, usavo una candela? Non per nostalgia ma è senza confronto la luce come si dice inattinica ideale. [15/09/2011]

E va bene allora parliamo seriamente: su questa mostra Phoquai Michele ha scritto un testo eccellente, uno dei suoi migliori, il testo di uno che conosce la fotografia, la studia da decenni, ha letto i libri migliori e anche meno che ne parlano, ha partecipato a discussioni e dibattiti… Insomma è il testo di un grande esperto di Fotografia forse il migliore, e lui sa che lo penso e lo pensano tutti quelli che collaborano come me sempre a Fotocrazia. E anche i loro testi sono buoni e spesso eccellenti come quello di Fratellini, Mah… Mah se poi andate a vedere le fotografie della mostra non sono nemmeno brutte: sono pietose e penose, rimasticate da mezzo secolo. Alcune addirittura vergognose. ritirano fuori i negri e i negretti, le donne col burka in motocicletta… Micheleeee! Lo so che non puoi darmi ragione perché sei il padrone di casa, ma io lo so che queste fotografie che oggi sono la regola non ti dicono nulla. E quando io scrivo che siamo al principio della Grande Crisi Fotografica sbaglio: siamo alla fine. Ma quello che per fortuna non è finito è invece il discorso sulla fotografia: che non esiste più e forse tranne eccezioni non è mai esistita. Adesso uno ha scritto che arriva dall’Africa… Che Dio ci salvi Michele… Intanto continuiamo a parlarne ma datemi retta: senza guardarne! [09/09/2011]

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