Michele ti avverto: i fotografi zoppi sono incredibilmente malvagi e odiano l’umanità, e tu conosci forse il peggiore di tutti. Che poi l’apparecchio fotografico sia per tanti anche non zoppi una protesi, una incredibile gamba di legno, questo lo sai anche meglio di me. Secondo i miei calcoli circa 800.000.000 milioni di “esseri umani” senza la reflex si sentirebbero monchi e non tanto di mano, di una parte di testa… Non credo che la collega Lange fosse buona e gentile, era paurosa è infelice, comunque grazie… [01/07/2011]
Domanda: “Ando: potresti, per favore, chiarire meglio perché la fotografia della Lange è offensiva nei confronti dalla persona ritratta?”. La istantanea della Lange sarebbe molto bella anzi bellissima anche per il volto straordinario della donna, se non fosse… una fotografia di cronaca, presa da un fatto, un evento, come si è voluto e si vuole far creder, ma fosse il fotogramma di un film preceduto e seguito da migliaia di altri ciascuno diviso e seguito da altri quasi identici separati nel tempo da un trentesimo di secondo. E caro gentile amico, scusa il tono, se si fa di un fotogramma una “icona” si fa una truffa, un imbroglio. Poi chi non si accorge fino dalla primissima occhiata che quei due bambini stanno ridendo e parlottano fra di loro ih! ih! uh! uh! mentre la Lange gli strilla zitti bambini o non vi do più le caramelle, chi non si accorge subito e vede tutto questo, parla di fotografie, icone, fotogrammi e padreterno magari senza averne fatto almeno centomila per tirare a campare. [01/07/2011]
Michele, parlo di te nel mio Facebook da cui, per una volta, copio e mi cito: il quadro di cui parlo mostra Cristoforo Colombo che sbarca in America con tanti spagnoli: “…un quadro come questo è vero? Cioè rappresenta veramente, attenti, la scena dell’episodio che illustra? …Ah, le parole le parole.. Non non è e non pretende di essere vero… ora la fotografia del quadro, la sua riproduzione fotografica digitale come si vede in alto è vera? Certamente: come lo sarebbe l’immagine riflessa nello specchio messo davanti al quadro… Dunque, la fotografia può redimere, verificare, qualcosa che non lo è? Ma se io metto lo specchio davanti a un piatto con delle mele, o lo fotografo, l’immagine diventa quella che si dice come in pittura una natura morta, cioè non è certamente proponibile come vera? …Amici, questi sono discorsi da Fotocrazia…”. Ora domando: la istantanea della Lange può essere definita la natura morta di una emigrante? [02/07/2011]
…è inutile, non riesco a tacere: due sono gli “orrori” della Shoah: quello di chi l’ha fatta e quello di chi se l’è lasciata fare. Parola di vecchio giudeo sionista di Jabotinski. E i volonterosi furono di due specie: quelli per fare un esempio che girarono la chiavetta del gas, e quelli che tirarono fuori i morti. O che scavarono le fosse per vivere un’ora di più. Michele quello che non riesco a capire è cosa c’entri la Fotografia in questa par condicio. Poi ne parlo perché lo so: le più belle delle fotografie degli orrori sono a Berlino e negli album o scatole di tante tante case tedesche e per quel che conta il mio zero, sono contento che sia così… Perdonami Michele sei bravo ma, posso ripetermi, troppo troppo buono… La banalità del male! Certo: o la banalità del porgere l’altra guancia. Schiacciare un bottone o tirare un grilletto: è sempre un clic! Le due cose più facili? Imparare a fotografare o a sparare: a quelli come me ci sono voluti 2000 anni per capirlo… [28/06/2011]