Vero verissimo: Michele, siamo vergognosamente ovvi ma unici o quasi. Ma allora se l’idiota e il genio in fondo fanno le stesse fotografie cosa è che li distingue? Che cosa può fare del secondo un grande fotografo? Michele, questo è l’uovo di Col… cioè di Gilardi che io ho scoperto: il numero di libri che il secondo ha letto e il primo no. In altre parole, il valore di una fotografia è misurato dalla cultura di chi ha schiacciato il bottone e anche questo è ovvio, chiaro e facile da controllare: basta leggere il testo che poi alla fotografia ci si scrive intorno. Ma qui Michelino viene il bello: stando così le cose non importa nemmeno che sia stato lui a schiacciare il bottone, in Google di fotografie ce ne sono già 900.000.000… (Detto fra noi e per concludere: bisogna proprio avere tempo da perdere e non avere mai letto un libro decente, per usare la macchina fotografica anche perché ci lascia una misera scelta… a meno che per le ferie non vai a Haiti: e che tristezza!) [16/05/2011]
Sì volevo dire proprio quello. La gente, no io e te irriducibili monoteisti, la gente è politeista e ha bisogno non di Dio ma di Idoli da venerare, ai quali rivolgersi per chiedere o ringraziare. Eccetera. La fotografia, la pura e semplice fotografia, è monoteista e alla fine non piace nemmeno ai fotografi che darebbero un occhio della testa per farle a mano le fotografie, invece che di essere costretti prenderle con una macchina che le fa. Ma non ci riusciranno mai! Per cui, replay, non sono i fotografi che fanno fotografia ma è la fotografia che fa i fotografi: come invece sono i pittori che fanno le pitture. E non è una battuta. È 2+2=4. Tu conosci la storia meglio di me: accade di regola che un pittore si metta anche a fotografare, che per farlo non occorre saperlo fare; non accade mai perché non può materialmente accadere che un fotografo si metta a dipingere a olio dei girasoli. Ai pittori (figurativi: analogici) noi, io fotografo faccio ribrezzo… Grazie per la tua Fotocrazia. [16/05/2011]
E va bene Michele: aprirò un laboratorio fotografico di fotochirurgia plastica fotoricostruttiva. Seguite il discorso che sembra demente ma non lo è: quando Obama renderà pubbliche le fotografie di Bin Laden morto ammazzato (le “disgustose”) con una scarica di mitra alla testa, non potranno certo diventare, come si scrive, una “icona” ma nemmeno essere sostituite da un fotoritratto di prima perché li è vivo e non può essere assunto in mente martire. L’unica soluzione possibile e logica è quella del Padrino del film che certo lo avrete visto, quando fa ricostruire da uno del mestiere che gli doveva un favore, la testa del figlio ucciso come Bin Laden. E vi confesso che questo lavoro di fotochirurgo plastico a me non dispiace tenuto conto che con Photoshop sono bravo. Guardate che se pure ne è le radici, qui non si parla di semplice ritocco tradizionale fotografico: sto studiandone un manuale da dove si impara che la chirurgia estetica non ricostruisce semplicemente ma ricostruendo crea. Attenti! Si tratta di dare al morto l’espressione che avrebbe sul volto come se avesse assistito come da vivo al lusinghiero universale cordoglio. Attenti amici, che cerco di farvi da guida nella mia dolce follia: l’Arte Sacra fa proprio questi interventi di chirurgia plastica manuale con il volto, è il caso di massima, del volto del Crocefisso. Ora succede che pure se non ci pensa, le espressioni dell’umano sembiante sono solo una dozzina e le ha classificate Flaubert il quale, che Dio lo perdoni, sotto una medesima specie ha messo quella dell’estasi santa e dell’orgasmo sessuale nel momento più acuto della fecondazione naturale… Infine, così, l’icona Bin Laden di cui Obama e i suoi hanno motivata paura, potrebbe indurre effetti di massa di cui non sarebbe male discutere… [15/05/2011]
La discussione è più “alta” del solito e ha finito per confondermi le idee che già sono abbastanza confuse. Elenco: 1° parliamo di una fotografia che non abbiamo ancora visto! Figuriamoci se; 2° La morte ti fa bella è un film del 1992 di Robert Zemeckis, interpretato dai due premi Oscar Meryl Streep e Goldie Hawn, Bruce Willis ed Isabella Rossellini. Il film è una commedia nera, ed è soprattutto ricordato per la trama grottesca e gli effetti speciali che valsero alla pellicola l’Oscar per i migliori effetti speciali 1993. Potrebbe e dovrebbe diventare il titolo di un film su Bin Laden, attenti!, però interpretato dal rag. Fracchia: l’umanità ha tanto bisogno di dare almeno una prova che qualcuno si è salvato; 3° Amici, nessuno nelle discussioni considera mai l’elemento che qualcuno del quale si parla può essere scemo: eppure è un elemento di base; 4° Domanda: Obama è scemo? Ancora a monte: un presidente degli Usa (degli Usa!) può essere scemo? Michele, io e te siamo certi che in campo fotografico Obama si comporta da scemo e non possono davvero esserci dubbi; 5° ma viene la domanda tremenda: e in campo nucleare?… Michele dobbiamo trovare il coraggio di dire ai nostri amici l’ultima verità: la Fotografia è il Grande Test! Quello che aiuta a scoprire se abbiamo ancora un futuro… [15/05/2011]