Il 20 novembre 1861, in una interpellanza al Parlamento Italiano, così si esprimeva il deputato di Casoria, Francesco Proto Carafa, Duca di Maddaloni: «Intere famiglie veggonsi accattar l’elemosina; diminuito, anzi annullato il commercio; serrati i privati opifici. E frattanto tutto si fa venir dal Piemonte, persino le cassette… della posta, la carta per gli uffici e per le pubbliche amministrazioni. Non vi ha faccenda nella quale un onest’uomo possa buscarsi alcun ducato che non si chiami un piemontese a sbrigarla. A’ mercanti del Piemonte si danno le forniture più lucrose: burocrati di Piemonte occupano tutti i pubblici uffizi, gente spesso ben più corrotta degli antichi burocrati napoletani. Anche a fabbricar le ferrovie si mandano operai piemontesi i quali oltraggiosamente pagansi il doppio che i napoletani. A facchini della dogana, a camerieri, a birri vengono uomini del Piemonte. Questa è invasione non unione, non annessione! Questo è voler sfruttare la nostra terra di conquista. Il governo di Piemonte vuol trattare le provincie meridionali come il Cortez ed il Pizarro facevano nel Perù e nel Messico, come gli inglesi nel regno del Bengala. Francesco Proto Carafa, Duca di Maddaloni»
HANA: -Tu continui a scrivere che se non fossi ebreo vorresti essere un terrone siciliano. ANDO: -…e potendo scegliere di Palermo in cortile Scalilla, dietro il mercato del pesce… lì ho lasciato degli amici. HANA: – e magari poi sei tanto stronzo da fare domanda per entrare in Cosa Nostra. ANDO: -… ma non si deve fare domanda…