Il secondo concilio di Nicea fu convocato nel 787, su richiesta di papa Adriano I, dall’imperatrice d’Oriente Irene, per deliberare sul culto delle immagini (iconodulia). È il VII Concilio ecumenico, riconosciuto dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa. Il contesto storico in cui si inserisce il secondo concilio di Nicea è il rifiuto delle immagini, o iconoclastia, che vedrà coinvolta la Chiesa orientale ed in particolare la Chiesa imperiale di Costantinopoli per almeno un secolo. Il cristianesimo non aveva una eredità artistica; il giudaismo, da cui emanava, evitava la rappresentazione del sacro e del divino. Lo stesso ha fatto il cristianesimo primitivo paleocristiano, che invece faceva ricorso ai simboli (pesce, ancora, agnello, ecc.). Con il IV secolo, sotto l’impulso dello spirito greco, i cristiani cominciarono a decorare i luoghi di culto, e il passo successivo fu inevitabilmente la rappresentazione del sacro. In particolare, nella chiesa orientale le immagini finirono per non avere solo una funzione decorativa, ma stavano al centro della vita liturgica e col tempo attorno ad esse cominciò a svilupparsi un vero e proprio culto…. Nel corso di una grande riforma della Chiesa imperiale, Leone III (717-741) cercò di eliminare la venerazione delle icone facendo eliminare le icone stesse. Questo suo atteggiamento iconoclasta sollevò la reazione degli iconoduli (favorevoli al culto delle immagini), che ebbe come conseguenza una dura lotta che terminerà solo nell’843. L’imperatore costrinse il Patriarca di Costantinopoli Germano I, che chiedeva una decisione conciliare sul problema, a dare le dimissioni, ed al suo posto nominò Anastasio, che nel 730 firmò il decreto imperiale di abolizione delle icone da tutto l’Impero. Favorevoli alle icone si mostrarono i monaci e il grande teologo Giovanni Damasceno.
Costantino V (740-775), successore di Leone III), continuò la politica iconoclasta del padre, e per conferirle massima autorità, convocò un sinodo a Hieria, nel 754, presso Calcedonia, che condannò il culto delle immagini, perché esso non era solo idolatria, ma vera e propria eresia. Nessuno degli altri patriarcati della cristianità (Roma, Alessandria, Gerusalemme, Antiochia) accettò queste decisioni.
La politica di Costantinopoli cambiò quando, dopo la prematura morte di Leone IV (780), divenne reggente del minorenne Costantino VI la madre Irene, favorevole al culto delle immagini, che infine convocò un concilio, riconosciuto come ecumenico. eccetera eccetera, gran parte dei testi di questa bacheca è prelevata da Wiki (Concili i e ii) dove si espande. A mio parere l’argomento interessa, e diverte tantissimo, chi si occupa di Fotografia.
… la conclusione finale di Nicea II: “… Fu chiarito inoltre che la venerazione delle immagini significa la venerazione delle persone rappresentate e non delle icone materiali in quanto tali.
« Definiamo con ogni accuratezza e diligenza che, a somiglianza della preziosa e vivificante Croce, le venerande e sante immagini, sia dipinte che in mosaico, di qualsiasi altra materia adatta, debbono essere esposte nelle sante chiese di Dio, nelle sacre suppellettili e nelle vesti, sulle pareti e sulle tavole, nelle case e nelle vie; siano esse l’immagine del Signore e Dio e Salvatore nostro Gesù Cristo, o quella della immacolata Signora nostra, la santa madre di Dio, degli angeli degni di onore, di tutti i santi e pii uomini. Infatti, quanto più continuamente essi vengono visti nelle immagini, tanto più quelli che le vedono sono portati al ricordo e al desiderio di quelli che esse rappresentano e a tributare ad essi rispetto e venerazione. … L’onore reso all’immagine passa a colui che essa rappresenta; e chi adora l’immagine, adora la sostanza di chi in essa è riprodotto. » …. e per immagine oggi va intesa più che di tutte la fotografica ovviamente …..