L’occhio umano (e degli organismi superiori) raccoglie la luce che gli proviene dall’ambiente, ne regola l’intensità attraverso un diaframma (l’iride), la focalizza attraverso un sistema regolabile di lenti per formarne un’immagine e trasforma questa immagine in una serie di segnali elettrici che attraverso il nervo ottico vengono inviati al cervello per l’elaborazione e l’interpretazione. Insomma è una macchina fotografica digitale e noi non vediamo le cose ma l’immagine delle cose che si forma sul fondo dell’occhio. Attenti Amici che ora viene il bello e ci divertiamo da matti. La calotipia (fotografia) provando come si è visto che le immagini dell’Arte Sacra sono false, ha però confermato che le immagini formate dall’occhio sono vere perchè corrispondono a quelle calotipiche. Voi dite che non ce n’era bisogno? Non si sa mai. La calotipia (fotografia) in un certo senso è meglio dell’occhio perchè le sue immagini che si formano sul fondo si possono fissare, rendere stabili, e portare fuori, mentre quelle dell’occhio no, però è vero che l’occhio fotografa a raffica e forma mi pare 50/60 pixel al secondo, necessari all’elaborazione cerebrale e per la piena potenzialità visiva …. continua ed è affascinante …. ora divertiamoci a ragionare: quando io guardo una fotografia vedo la riproduzione fotografica di una immagine formatasi avanti nel tempo in un occhio artificiale e poi fissata e portata fuori nello spazio. E se quando fotografo con una macchina fotografica digitale guardo nel suo schermino vedo un dettaglio di una ben più ampia immagine fotografica che è quella che formano le macchine fotografiche NATURALI degli occhi che essendo due lo fanno a tre dimensioni. Poi se usassi una Nikon 1 che fa volendo 60 immagini al secondo, ecco che ciascuna è stata esposta con il tempo di esposizione di quelle dell’occhio, e ciascuna, importantissimo, sarebbe la conferma dell’altra …. eccetera eccetera, ecco che adesso, ma potrei continuare, sono sicuro che la cosa di cui vedo l’immagine esiste davvero e ci è stato un momento, anche coincidente, che si è trovata illuminata dalla luce del Sole davanti alle due macchine fotografiche, una in testa una in mano, per cui attenti abbiamo anche due prove che il Sole c’è e poi l’Universo, e tutto per merito della prova data della calotipia….ora vedete io e adesso forse anche voi abbiamo questo ragionare che potrebbe continuare un bel pezzo in fondo al cervello, magari nell’Ego, ed è come un istinto fotografico naturale, per cui quando parliamo e scriviamo di fotografia siamo come dire attrezzati mentalmente per farlo: abbiamo come dire preso la patente fotografica . Gli altri no, e intendo tutti gi altri: insegnanti, fotografi, critici, storici … ma allora di cosa mai parlano tanto? Adesso ve lo dico ….nel dizionario della lingua italiana si trova il modo di dire molto fumo e niente arrosto, e questo parlando di cosa che malgrado le apparenze nulla, non vale e questo sono anche le fotografie: arrosti più o meno importanti, magri o succolenti, che fanno fumo. la cui quantità non ha nulla a che fare con la qualità dell’arrosto. Ebbene tutti i critici, storici, insomma esperti di fotografia parlano del fumo dell’arrosto fotografico, ne scrivono libri e ne discutono accanitamente come se fosse l’arrosto … che poi ci ritorno