Per festeggiare il 2021, anno del 100° anniversario della nascita di Ando Gilardi, abbiamo deciso di riaprire il suo BLOG pubblicando ogni mese un suo post. A questo link trovate info sula serie di testi che abbiamo scelto: da lui intitolata “Effemeride delle Immagini. Un sistema nuovissimo per l’archiviazione di tutte le figure”. Questa serie è stata pubblicata per la prima volta su Phototeca 13. Almanacco infernale e Gilardi per coerenza con la pubblicazione su un almanacco, ha scritto il suo testo alla maniera di un oroscopo.
Ecco la trascrizione:
Viene maggio amico mio
l’archivista è un semidio
Quella che segue nelle pagine successive non può essere nemmeno lontanamente una «dispensa» su come si archiviano veramente le immagini prodotte e riprodotte fotograficamente o fototipograficamente, su negativi e diapositive «originali» oppure di «seconda ri-produzione», o su libri, riviste, stampati illustrati in genere. Sono logicamente, quelli che seguono, soltanto una serie di appunti sull’argomento: abbozzi di idee, suggestioni, frammenti di ipotesi; comunque utili per il grande professionista che ancora non esiste (tranne che a Phototeca): il vero archivista. Questa qualificatissima professione ancora «teorica» è resa però urgente dalla diffusione dei «computer», ovvero calcolatori elettronici.
I quali, appena prodotti «di fresco», sono chiamati giustamente «banche di dati» vuote. Come edifici di banche normali, con casseforti e cassette di «sicurezza» innumerevoli ma vuote. Il computer si rende utile quando comincia a riempirsi di «dati» o, per restare nel nostro esempio, quando nelle casseforti e cassette si sistemano denaro, valute, titoli, monete, «buoni», «effetti», eccetera eccetera. Valori, insomma, che si possono «prendere» per essere prestati, investiti, insomma «fatti fruttare» in vario modo. Così pure le immagini (prodotte o ri-prodotte, nuovissime o già usate) dovranno essere considerate come «dati» custoditi per il maggior numero di <<investimenti» possibili. L’abilità dell’archivista consiste nell ‘introdurre nella «banca» , cioè nell’archivio, le immagini in modo tale che si possano rendere «dispo’nibili» per la quantità maggiore possibile di occasioni illustrative e rappresentative. Il livello più o meno alto di questa quantità corrisponde al livello più o meno alto della professionalità dell’archivista. Ovvero alla sua cultura generale.
L’ipotesi del tutto «sublime» è quella di un onnisciente dio-archivista che «sappia tutto»: egli saprebbe allora rendere «logico» l’utilizzo o il riutilizzo di qualsiasi immagine per qualsiasi scopo. Naturalmente questa che abbiamo fatto è solo una astrazione per chiarire meglio il concetto. Resta però vero un teorema fondamentale: quello che «vediamo» in una immagine non è quello che c’è in essa ma nella nostra cultura.
GEMELLI
PIANETA DOMINANTE MERCURIO, GIORNO FORTUNATO MERCOLEDÌ, COLORI AZZURRO E BLU, RECUPERI GENERALMENTE POSSIBILI SU LUNGHE DISTANZE
Nascono sotto il segno dei Gemelli le immagini il cui prezzo di mercato è altissimo nell’istante immediatamente successivo, tenuto conto del tempo ragionevolmente necessario per raggiungere il loro mercato malinconico, alla loro formazione. Ma poi subito decresce, velocissimamente, fino a ridursi a zero o poco meno. Può però accadere che dopo un intervallo di alcuni anni, si possa nuovamente assegnar loro qualche valore. O per eventi del tutto inattesi come la morte per accoltellamento del soggetto quando si tratti di persona; o, per restare nel medesimo esempio, per un più o meno sensazionale accostamento con una nuova immagine del soggetto medesimo. Così il ritratto di Jacqueline vedova Kennedy nuda sulla spiaggia, che ha avuto un immenso valore il giorno seguente all’esportazione dall’isola di Skorpios, oggi può tornare ad averne, però di molto inferiore, quando fosse accostata ad altra immagine di vecchia dai seni e dalle natiche cascanti e giallicce.
L’archivista tenga conto di ciò schedando coi nomi propri altri anonimi nudi, sempre per restare in esempio, di squallide bagnanti obsolete. Non occorre infatti che si tratti della stessa persona quando la rappresentazione si limitasse al culo, ai genitali, alle tette, lasciando il viso confuso, perché il binomio visivo torni ad avere un valore.