Prosegue la pubblicazione della serie “Effemeride delle Immagini. Un sistema nuovissimo per l’archiviazione di tutte le figure” per festeggiare il 2021: anno del 100° anniversario della nascita di Ando Gilardi. Sono in preparazione vedi calendario anche altri eventi che avranno luogo in prevalenza dopo l’8 giugno, che è il giorno preciso del suo post-compleanno: seguiteci! Inoltre a questo link trovate info sul testo scelto per la ripubblicazione.
Ecco la trascrizione:
Ad aprile viene il bello l'archivista è Pirandello Come abbiamo detto, l'archivista-becchino è ancora l'esemplare migliore. Il peggiore è l'archivista scemo che crede nella utilità del proprio lavoro così come oggi viene ancor fatto nella totalità degli archivi, tranne in quello, naturalmente, di Phototeca.
L’archivista che crede nel «suo» archivio esprime il massimo livello della sua ingenuità nella elaborazione della «scheda di archiviazione». Se l’archivista dipende, come accade sempre più di frequente, purtroppo, da un pubblico ente, (Comune, Università, Istituto Storico di Regione o di Stato .. . ), cioè se non è uno sfruttato ma uno sfruttatore della società, e come tale non ha problemi di produttività – «ha tutto il tempo che crede utile a una buona riuscita … » eccetera eccetera – l’archivista – scemo dedica mesi e anni alla elaborazione della «sua» scheda per sistemare le «sue» fotografie (produzioni e ri-produzioni) nel «suo» archivio.
Egli è guidato da un imperativo morale secondo il quale tanto è più lunga da riempire la scheda, tanto è più completa e utile per una archiviazione sublime delle immagini. Alla fine, e questa non è l’eccezione ma la regola, nella scheda si trovano cento informazioni (considerando gli «intrecci» i «rinvii» i riferimenti con le altre schede del medesimo archivio) tranne quelle che riguardano l’immagine archiviata e utili per un suo ri-utilizzo, o per lo stesso scopo, o per uno scopo nuovo. Questo tipo di scheda-fiume risulta «interessante» solo per chi sa già perfettamente quello che c’è scritto e, se chiude gli occhi, rivede fin nei minimi dettagli l’immagine che «cerca» per sapere com’è.
Questo «cercatore» non è un assurdo, un personaggio «impossibile», pirandelliano, ma esiste veramente ed è l’archivista medesimo che ha riempito la scheda dopo essersi consumato gli occhi sopra l’immagine schedata. Dunque, gli archivi oggi esistenti servono soltanto (e nel senso che danno loro di che vivere) a metà degli archivisti attuali: quelli che credono nella loro «missione ordinatrice». Supponiamo, infatti, che l’altra metà non sia scema ma si «diverta» a seppellire milioni di immagini nelle fosse comuni degli scaffali.
TORO
PIANETA DOMINANTE VENERE, GIORNO FORTUNATO VENERDÌ, COLORI ARANCIO VERDE BIANCO, PUBBLICAZIONE BUONA IN QUALSIVOGLIA PERIODO
Le immagini nate sotto il segno del Toro sono eccitanti sessualmente: i loro particolari più intimi, quasi sempre pelosi e mucosi, lungi dal mostrare timidezza e riserve, si esibiscono volentieri. In compenso non mostrano alcuna propensione alla scalata sociale e si diffondono, indifferentemente, in qualsivoglia direzione economica. Con l’avanzare degli anni non invecchiano o, se mostrano segni del tempo, la qual cosa è difficile poiché questi si collegano quasi sempre a indumenti che in simili immagini mancano, quasi sempre questi segni accrescono l’attrazione che esse esercitano e, conseguentemente, il loro valore. Per vivere meglio hanno bisogno di ambienti oscillanti fra la persecuzione, che può essere a volte feroce, e la liberalizzazione totale, che può fiaccarle per eccesso di moltiplicazione. L’archiviazione delle immagini nate sotto il segno del Toro richiede profonda cultura letteraria: la conoscenza del greco e del latino, dei maggiori poeti in questi idiomi; un’ampia informazione sulla poesia erotica moderna e la letteratura «proibita» ma di famoso autore è indispensabile. L’arancio è il verde sono buoni colori per gli sfondi dei corpi, ancor meglio i bianchi dei colorati, come spesso accade, in salmone e pomodoro.