Cesare Lombroso venne accusato di profanare i cadaveri oggetto delle sue ricerche e di conservarne i reperti. Nel testamento chiese di essere a sua volta fatto oggetto di analisi dopo la morte, e che la sua testa venisse esposta in un vaso di formalina nel museo che aveva fondato e che si trova a Torino. Nel 1976 Attilio Mina e Ando Gilardi riuscirono nella davvero impossibile impresa, a esporre l’opera come capolavoro dell’Arte, in una grandiosa mostra nella Galleria dell’Arte Moderna di Bologna, allora diretta da Franco Solmi, con fra le altre un famoso Guttuso. Qui allegata una “brutta” fotografia dove si vede Ando ancora senza barba e Attilio con una visitatrice presente per caso. Oggi i grandi maestri dell’arte moderna (Cattelan) sono ancora in arretrato rispetto a questo episodio di almeno trent’anni.
La poesia corrisponde al genere che in pittura si dice astratto. A un quadro astratto, come è facile ammettere, si può dare qualsiasi titolo. funziona sempre, lo spettatore pensa che quello del titolo è il significato del quadro secondo le intenzioni dell’autore. Bene, qui facciamo un caso poetico credo molto bello. La poesia che segue è un “astratto” il cui significato è illustrato dalla testa di Lombroso nel barattolo: immagine che moltiplica per cento l’emozione del lettore, naturalmente se ha un’anima ….
Mi piaci quando taci perché sei come assente,
e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
Sembra che gli occhi ti sian volati via
e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
Poiché tutte le cose son piene della mia anima
emergi dalle cose, piene dell’anima mia.
Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
e rassomigli alla parola malinconia.
Mi piaci quando taci e sei come distante.
E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
lascia che io taccia col tuo silenzio.
Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
chiaro come una lampada, semplice come un anello.
Sei come la notte, silenziosa e costellata.
Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
Mi piaci quando taci perché sei come assente.
Distante e dolorosa come se fossi morta.
Allora una parola, un sorriso bastano.
E son felice, felice che non sia così.