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Letteratura

E cammina cammina …

“O nonna, o nonna! deh com’era bella
Quand’ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest’uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!
— Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate
Per appoggiarmi nel fatale andare:
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.”

(G. Carducci)

Le scarpe, il ballo, gli stivali magici, i lunghi viaggi sono protagonisti di moltissime fiabe della nostra tradizione.  Due secoli fa i fratelli Grimm pubblicavano la loro opera  Kinder- und Hausmärchen, una raccolta di 156 fiabe, punto di partenza della loro celebre ricerca sui racconti popolari. I Grimm sostenevano che la cultura dei popoli potesse trovarsi allo stato “puro” solo nelle fiabe. Poi arrivarono gli studi antropologici, la psicologia e la fiaba iniziò a rivelare via via tracce di riti ancestrali di iniziazione, figure e immagini simboliche comuni a tutti i popoli, fino a svelare attraverso i suoi personaggi e luoghi, le varie componenti della psiche umana, più o meno integrate.
L’immagine del “cammino” è quella che più ricorre nella fiaba. La fiaba stessa, come il mito, è il racconto di un cammino nello spazio e nel tempo, è un viaggio “iniziatico”. Questo cammino è spesso fatto a piedi nudi, o con scarpe scomode, pesanti, dure, che si consumano, come fosse una metafora dello svolgersi dell’esistenza umana: nascita e morte, crescita e sviluppo, le relazioni, gli ostacoli da superare, lo smarrimento, il contatto con mondi sconosciuti, il crollo, la rinascita, la gioia. Tutto parte dai nostri passi, da quanto e come mettiamo un piede fuori dalla soglia, un piede davanti all’altro, e anche da cosa calziamo … le calzature sono fondamentali …Leggi tutto »E cammina cammina …

La stupidità fotografica

 La stupidità fotografica, di Ando Gilardi - progetto di Patrizia Piccini, Johan & Levi Editore 2013

Dal 10 ottobre 2013 in libreria
l’unico vero libro postumo di Ando Gilardi.

L’ultima fatica di Ando:  insieme a lui lo avevamo preparato e discusso in tutti i dettagli, incluse illustrazioni e indice.  Un piccolo “divertimento”, niente di impegnativo ma acuto e spiazzante… alla maniera dei suoi ultimi post su FB.  Come di consueto lo abbiamo proposto al nostro editore che nel frattempo aveva cambiato proprietà e dirigenti editoriali. Leggi tutto »La stupidità fotografica

Un ritratto mondano

Sabato 14 settembre, alle ore 10, 30 presentazione del libro Un ritratto mondano, Fotografie di Ghitta Carell alla presenza dell’autore Roberto Dulio, nell’abito della giornata/incontro aperta e dedicata a chi ha conosciuto Ando Gilardi attraverso le sue opere o di persona.

Presso Biblioteca Dergano Bovisa, via Baldinucci 76 Milano.

Il volume ricostruisce le vicende biografiche e artistiche della fotografa Ghitta Carell (1899-1972), ebrea d’origine ungherese, che nel 1924 si trasferisce in Italia, dove in breve tempo sarà annoverata tra i più celebri ritrattisti. Con determinazione la Carell entra in contatto con l’aristocrazia, l’élite intellettuale e la classe politica italiane. Fotografa Maria José di Savoia e la famiglia reale; ritrae Margherita Sarfatti, critica d’arte e teorizzatrice del Novecento; realizza Leggi tutto »Un ritratto mondano

Divina ispirazione

Le nove Muse - Divina ispirazione

Nell’antichità si credeva che l’ispirazione artistica fosse privilegio di quei pochi capaci di cogliere i suggerimenti di meravigliose figure divine chiamate Muse. Ai tempi erano considerate arti anche la Storia e l’Astronomia, oltre alla poesia, alla musica, al teatro e alla danza, infatti le Muse pare fossero addirittura nove.
Figlie di Zeus e Mnemosine (dea della memoria) erano fanciulle giovani e bellissime, ognuna delle quali Leggi tutto »Divina ispirazione

Illuminare l’Abruzzo

Illuminare l'Abruzzo

Venerdì 10 maggio , presso il Museo Palazzo de’ Mayo prestigiosa sede museale della Fondazione Carichieti, la mostra a cura di Gaetano Curzi e Alessandro Tomei, dell’Università di Chieti “G. D’Annunzio”, verrà inaugurata da Francesca Manzari, dell’Università di Roma “La Sapienza” e da Francesco Tentarelli, Soprintendente per i Beni Librari dell’Abruzzo.

Segnaliamo con piacere questa straordinaria mostra che chiunque ami il libro d’immagine e la sua storia secolare, non può perdere. Tanto più che rimarrà esposta fino al termine dell’estate.Leggi tutto »Illuminare l’Abruzzo

La letteratura concentrazionaria

In vista della celebrazione del 25 aprile un omaggio a tutti coloro che hanno raccontato la tragica esperienza della deportazione nazifascista attraverso lettere, poesie, racconti, saggi e diversi generi letterari raccolti da

Elena Rondena
La letteratura concentrazionaria
Opere di autori italiani deportati sotto il nazifascismo

Collana “Biblioteca letteraria dell’Italia unita”, 22 (formato 13×21)
Interlinea, pp. 293, euro 20
Isbn 978-88-8212-898-2

È possibile scrivere sulla deportazione? Non è più auspicabile il silenzio? A tali interrogativi intende dare risposta questo libro, che viene a colmare un vuotoLeggi tutto »La letteratura concentrazionaria

Una bambinata

Il 24 novembre del 1826 nasce a Firenze Carlo Lorenzini,  divenuto celebre, con lo pseudonimo di Collodi,  autore de “Le avventure di Pinocchio” uno dei libri più venduti nel mondo, tradotto in 260 tra lingue e dialetti, comprese due versioni in latino.

In occasione dei 130 anni della pubblicazione del romanzo, Pinocchio è stato magistralmente riportato sulla scena da un film d’animazione (in uscita a Natale) del regista napoletano Enzo D’Alò, accolto con entusiasmo alla mostra del cinema di Venezia e realizzato con disegni in digitale, tutti creati da artisti italiani.
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Scialla mà!!!

L’incomprensibile passione di mio figlio per gli scacchi e il suo trionfante grido “Scacco matto!” durante l’ultima partita, mi hanno indotto a cercare di capire con chi dovessi prendermela per l’invenzione di questo gioco strategico in cui non riesco a raccapezzarmi.
La ricerca di un colpevole, oltre a trasportarmi in un mondo leggendario in cui gli scacchi vengono inventati una volta da un bramino, un’altra da un principe, un’altra ancora da un mercante (sempre allo scopo di dimostrare la necessità di sacrificare delle vite preziose in battaglia) mi ha anche rallegrato con un inaspettato elenco di arabismi entrati nell’uso quotidiano della nostra lingua.
Sì, perché l’esclamazione “Scacco matto” deriva dall’arabo shāh māt, la frase conclusiva della partita che vuol dire “lo scià è morto”, ma anche il termine alfiere è mutuato dallo spagnolo alférez, che a sua volta viene dal vocabolo arabo al-fīlelefante“.Leggi tutto »Scialla mà!!!