E cammina cammina …
“O nonna, o nonna! deh com’era bella
Quand’ero bimbo! ditemela ancor,
Ditela a quest’uom savio la novella
Di lei che cerca il suo perduto amor!
— Sette paia di scarpe ho consumate
Di tutto ferro per te ritrovare:
Sette verghe di ferro ho logorate
Per appoggiarmi nel fatale andare:
Sette fiasche di lacrime ho colmate,
Sette lunghi anni, di lacrime amare:
Tu dormi a le mie grida disperate,
E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.”
(G. Carducci)
Le scarpe, il ballo, gli stivali magici, i lunghi viaggi sono protagonisti di moltissime fiabe della nostra tradizione. Due secoli fa i fratelli Grimm pubblicavano la loro opera Kinder- und Hausmärchen, una raccolta di 156 fiabe, punto di partenza della loro celebre ricerca sui racconti popolari. I Grimm sostenevano che la cultura dei popoli potesse trovarsi allo stato “puro” solo nelle fiabe. Poi arrivarono gli studi antropologici, la psicologia e la fiaba iniziò a rivelare via via tracce di riti ancestrali di iniziazione, figure e immagini simboliche comuni a tutti i popoli, fino a svelare attraverso i suoi personaggi e luoghi, le varie componenti della psiche umana, più o meno integrate.
L’immagine del “cammino” è quella che più ricorre nella fiaba. La fiaba stessa, come il mito, è il racconto di un cammino nello spazio e nel tempo, è un viaggio “iniziatico”. Questo cammino è spesso fatto a piedi nudi, o con scarpe scomode, pesanti, dure, che si consumano, come fosse una metafora dello svolgersi dell’esistenza umana: nascita e morte, crescita e sviluppo, le relazioni, gli ostacoli da superare, lo smarrimento, il contatto con mondi sconosciuti, il crollo, la rinascita, la gioia. Tutto parte dai nostri passi, da quanto e come mettiamo un piede fuori dalla soglia, un piede davanti all’altro, e anche da cosa calziamo … le calzature sono fondamentali …Leggi tutto »E cammina cammina …