Nel segno dello Scorpione, archetipo degli istinti primordiali, del subconscio e delle pulsioni più profonde, il mondo umano e quello animale si toccano. Chi presenta una forte componente scorpionica spesso si sente attratto dal mondo animale e ha una predilezione per le specie considerate più pericolose o bistrattate. Nell’ottavo segno dello Zodiaco (sede del pianeta Plutone, di Marte e di Mercurio) troviamo molte simbologie associate al mondo “sotterraneo” dove vengono relegati tutti i contenuti ritenuti inaccettabili dalla società, compresi quegli animali che non hanno nulla di puccioso e che avremmo paura a tenere in casa. Il temperamento scorpionico non di rado manifesta una grande attrazione per tutte quelle creature velenose o aggressive, che la maggior parte della gente teme o per le quali prova repulsione, d’altronde il dio Ade (Plutone) aveva un cane a tre teste come animale domestico. Così potremmo far ricadere sotto questo segno innanzitutto gli scorpioni ovviamente, seguiti dai serpenti (il caduceo di Mercurio, dio associato allo Scorpione, presenta due serpi arrotolate intorno ad una bacchetta), dalle vipere e da alcune specie di ragni come la tarantola, o la vedova nera. Ma anche in mare troviamo animali scorpionici, dal pesce palla alla razza, dallo squalo fino ad alcuni particolari polpi e meduse. In queste creature l’occhio scorpionico vede una sfida, ne apprezza la potenza latente tanto più galvanizzante quanto più è piccolo il potenziale “assassino”. Marte e Mercurio nel segno infatti si associano ad un singolare tipo di aggressività, non fine a se stessa: l’animale scorpionico è particolarmente intelligente, sta nascosto e non diventa pericoloso se non quando viene stuzzicato.
Anche il concetto di bellezza qui viene declinato in modo eversore mescolandosi con l’originalità e con il rifiuto della morbidezza o delle linee dolci. Sotto il segno dello Scorpione scopriamo la bellezza dei pipistrelli con le ali membranose e l’aria triste, o il fascino dei sauri con le loro scaglie colorate, l’andatura sghemba e a scatti, le creste, il collare … e l’autotomia, cioè la capacità di staccare la parte finale della coda per distrarre i predatori con il movimento del troncone tagliato, fingendosi morti.
Gechi, lucertole, iguane, ma anche coccodrilli e caimani, ricadono tutti sotto questo segno plutonico, e pure le salamandre di cui la leggenda diceva fossero immuni al fuoco.
Coerentemente con le indicazioni astrologiche che vogliono il segno dello Scorpione esperto di “scarti e rifiuti” potremmo associare al segno anche i coleotteri coprofagi, come lo scarabeo stercorario, insetto indispensabile alla fertilità della terra, sacro agli Egizi. In questa antica civiltà sviluppatasi intorno al culto dei morti e all’idea di rigenerazione, la particolarità dello scarabeo sembrava perfetta per simboleggiare la risurrezione, poiché i piccoli coleotteri sembravano autorigenerarsi dalle palline di sterco che erano soliti spingere ostinatamente, come se mimassero il riflesso terreno del carro solare che muoveva in cielo l’astro del dio Ra. Tuttavia il legame della preziosa creaturina (ingiustamente stigmatizzata) con il Cielo e gli astri, non si limita all’antica associazione egizia con il percorso sotterraneo del Sole, ma trova conferma in una recente scoperta: la pallina di sterco, insieme fonte di cibo e incubatrice per le larve, viene fatta rotolare dallo scarabeo seguendo sempre una linea retta ed orientandosi usando la flebile luce emessa dalla via lattea.