“Quest’anno non l’hanno pubblicizzata molto, ma l’influenza che gira è la suina. Difficile che passi in poco tempo, signora!”.
Ecco le parole della mia dottoressa di fronte allo stupore di una febbre a 38° dopo 4 giorni di antibiotico.
Dovrei prendere la cosa con filosofia, visto che il termine “influenza” porta con sé qualcosa di inevitabile, nascendo in ambito astrologico. Nel Medioevo per indicare una patologia “influenzata” da fattori particolari come movimenti astrali sfavorevoli, fu coniata la frase «Ab occulta coeli influentia», da qui l’uso che ne facciamo oggi per indicare le epidemie tipiche della stagione fredda.
Ma la “suina”, un virus che già dal nome disgusta un po’, sappiamo che è una discendente “nientepopodimenoche” della temutissima “Spagnola” del secolo scorso (influenza di tipo A, sottotipo H1N1).
Mia nonna (classe 1898) me ne parlava spesso. Ogni famiglia, alla fine della prima guerra mondiale, aveva perso almeno un familiare a causa della “febbre spagnola”. Anche lei ne era stata colpita, molti bambini e molti giovani erano morti per le complicazioni polmonari connesse al virus.
In Italia si diffuse in tre successive ondate colpendo quasi tutto il paese e provocando circa 400.000 decessi. Oltre 200 milioni di persone ne furono contagiate in tutto il mondo e il numero dei morti pare sia stato superiore ai 10 milioni.
Il nome con il quale è passata alla storia si deve al fatto che, chi ne diede notizia furono i media spagnoli, non coinvolti nel conflitto e quindi non censurati dai governi.
C’è chi sostiene che l’epidemia fu causata dalle campagne di vaccinazione a tappeto alle quali erano stati sottoposti i soldati americani che, totalmente immunosoppressi fecero da veicolo al virus,diffondendolo nelle trincee e nei campi di battaglia dove le condizioni igieniche e sanitarie erano già al limite.
La “teoria dei vaccini” mi ha riportato improvvisamente alla memoria la denuncia che un militare italiano, Erasmo Savino, fece qualche tempo fa in merito all’inutile (e potenzialmente mortale) quantità di vaccinazioni a cui sono sottoposti tutt’ora anche i nostri soldati inviati all’estero.
La cosa mi colpisce particolarmente, perchè ieri si sono celebrati i suoi funerali, nel quasi totale silenzio dei media e stavolta, mentre i vecchi virus sono più o meno sotto controllo, per sapere cosa sta succedendo nel nostro esercito e con quali conseguenze, non credo potremo contare sulla stampa straniera.
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