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Una sgradita didascalia

(una foto al giorno leva l’ignoranza di torno) a cura di Lost Dream Editions

«Yad Vashem,», si legge nel sito ufficiale, « l’Ente nazionale per la Memoria della Shoah, è stato istituito nel 1953 con un atto del Parlamento Israeliano. Ha il compito di documentare e tramandare la storia del popolo ebraico durante la Shoah, preservando la memoria di ognuna delle sei milioni di vittime per mezzo dei suoi archivi, della biblioteca, della Scuola e dei musei. Ha inoltre il compito di ricordare i Giusti fra le Nazioni, che rischiarono le loro vite per aiutare gli ebrei durante la Shoah».
Fra le tante fotografie che ricordano i volti dei «sommersi», come Primo Levi ha chiamato le vittime della più incredibile vergogna del secolo scorso, e le poche dei “Giusti”, le persone che a rischio della propria vita hanno salvato degli ebrei, ce n’è una, nella Stanza degli ingiusti, assai sgradita al Vaticano: le autorità cattoliche ne hanno chiesto, inutilmente, la rimozione.
La didascalia informa i visitatori che l’uomo ritratto è Pio XII, e accusa il pontefice di non avere usato la sua autorità per impedire lo sterminio degli ebrei. Sul silenzio inquietante riguardo alla “Soluzione finale del popolo ebraico”, decisa ufficialmente a Wannsee, alla periferia di Berlino, Eugenio Pacelli si è probabilmente giocato l’aureola. Per scagionare il papa sulle cui spalle gravava la pesante eredità lasciatagli dal suo predecessore, che aveva salutato Benito Mussolini come un uomo inviato dalla «Provvidenza», e fare rimuovere quella fotografia insieme alla sgradita didascalia, sarebbe necessario, come proponeva cinque anni fa Michele Martelli ( si veda il suo “Il laico impertinente. Laicità e democrazia nella crisi italiana”, manifestolibri 2013 ) aprire all’indagine degli storici gli archivi vaticani: ma non li ha aperti il tormentato Joseph Ratzinger e non credo proprio che li aprirà il sorridente Jorge Mario Bergoglio.
Nell’immagine:
Gerusalemme, Yad Vashem, la “Hall of Names”
( da www.shalomlife.com )

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