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Un ventaglio di risposte

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Come era possibile scambiarsi messaggi fra innamorati nel Settecento o nell’Ottocento, quando la libertà di scegliersi tra uomo e donna si stava insinuando nella mentalità comune, mentre la vita sociale era ancora sotto il rigido controllo di rituali sociali vetusti, aggravati dalla separazione tra i sessi e dalla presenza di “controllori” in ogni occasione mondana? Sembrerà strano, ma messaggi più che

audaci venivano scambiati senza ritegno (e per di più in pubblico) proprio sotto il naso di ignari genitori e chaperon, attraverso uno strumento sofisticatissimo fatto di stecche di legno e fogli di carta, di seta o di pelle … il ventaglio!
Indispensabile accessorio delle dame nobili e alto-borghesi, che ne possedevano molti esemplari, il ventaglio serviva a sancire fidanzamenti, faceva parte del corredo da sposa, veniva accuratamente scelto per la presentazione a corte, costituiva un regalo prezioso per celebrare la nascita di un figlio,  ce n’era uno per ogni occasione: da quello per la messa, a quello per il ballo di gala. Madri e figliolette si pavoneggiavano con ventagli identici e, nei casi più disgraziati, anche la bambola della piccola privilegiata, aveva un ventaglio della stessa foggia.
Grazie a questi mini paraventi, più o meno preziosi, le signore del XVIII e XIX secolo durante i balli e le riunioni mondane, sventolandosi recuperavano un po’ di fiato (mozzato da bustini e corsetti), ma sempre attente a non lanciare messaggi errati al belloccio di turno.
Il codice segreto era infatti molto complesso e vario. Ecco alcuni esempi di proto-SMS, indispensabili alle nostre trisavole nella loro opera di seduzione:
– appoggiare il ventaglio sulla guancia destra: “Sì.”
– appoggiare il ventaglio sulla guancia sinistra: “No.”
– ventaglio nella mano sinistra davanti al viso: ” Desidero conoscerti. ”
– rigirare il ventaglio nella mano sinistra: “Ci stanno guardando.”
– rigirare il ventaglio nella mano destra : “Amo un altro.”
– portare il ventaglio aperto nella mano sinistra o toccare con un dito la punta del ventaglio: “Vorrei parlarti”
– ventaglio chiuso tocca l’occhio destro: “Quando posso vederti?”
– il numero di stecche aperte del ventaglio, rispondeva alla domanda: “A che ora?”
– far scivolare il ventaglio attraverso la mano: ” Ti odio!”
– far scivolare il ventaglio lungo la guancia oppure nascondere gli occhi con un ventaglio aperto:” Ti amo!”
– presentare il ventaglio chiuso: ” Mi ami?”
– ventaglio mezzo aperto appoggiato alle labbra: “Mi puoi baciare.”
– coprirsi l’orecchio sinistro con il ventaglio aperto: “Non tradire il nostro segreto”.
– chiudere lentamente un ventaglio spalancato: ” Prometto di sposarti.”
– far scivolare il ventaglio sugli occhi: “Scusami.”
– aprire completamente il ventaglio: “Aspettami.”
– ventaglio nella mano destra davanti al viso: “Seguimi.”
– sventolarsi velocemente: “Sono fidanzata.”
– sventolarsi lentamente: “Sono sposata.”

Il ventaglio, in origine, era costituito da foglie o piume legate ad un manico; più spesso ancora era un semplice flabello con lo “schermo” (la parte per sventolarsi) fisso. I ventagli pieghevoli invece, fatti di stecche e pagine a fisarmonica richiudibili, era stato portato in Europa nel XVI secolo da commercianti portoghesi e veneziani che trafficavano con l’Oriente. Questi strumenti infatti esistevano già dal IX secolo in Cina e in Giappone, dove erano fatti esclusivamente di carta o seta e venivano utilizzati dai guerrieri: servivano per trasmettere segnali a distanza nel corso delle battaglie e, all’occorrenza le loro stecche (di ferro) si trasformavano in arma.
La prima a renderli uno status symbol in Europa fu Caterina de’ Medici, regina di Francia, che aveva esportato alla corte dei Valois, oltre a questa, molte altre abitudini “bizzarre”, come l’uso delle mutande e della forchetta.
Nel XIX secolo questo oggetto era tanto diffuso e modaiolo da essere prodotto nei più svariati materiali: la pagina (cioè il foglio sottile applicato sulle stecche mobili) era spesso dipinta su pelle, chiamata ”pelle di cigno”, lavorata in modo da diventare sottilissima, ma ce n’erano di fine merletto con stecche di tartaruga, oro e pietre preziose, di tessuti dipinti, arricchiti da nastri e passamanerie, e addirittura vennero costruiti oggetti multifunzionali che potevano essere trasformati da bouquet, in parasole, in ventaglio.
Aprendosi nei due sensi, potevano celare o mostrare messaggi politici: durante le guerre d’indipendenza e sino alla prima Guerra mondiale ventagli tricolori furono venduti durante le campagne di sottoscrizione per aiutare la Croce Rossa e i soldati feriti, ma anche nel secolo precedente molti ventagli erano stati diffusi durante la Rivoluzione francese per raccontare al popolo alcuni eventi salienti della rivolta e la storia dei personaggi importanti, altri inneggiavano invece a Luigi XVI e alla famiglia reale. Pochi decenni più tardi iniziarono a diffondersi, come ancora oggi accade, quelli decorati con immagini geografiche e architettoniche ad uso dei nobili viaggiatori appassionati d’arte che li acquistavano come souvenir durante il “Grand Tour” culturale nel sud Europa.
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