Gli anni Venti del Novecento, caratterizzati da enormi cambiamenti sociali, politici ed economici, furono anche gli anni del passaggio da un turismo d’élite, prevalentemente culturale in stile “Gran Tour” ottocentesco, al turismo di massa. In quel periodo in Italia, già meta preferita di ricchi vacanzieri, molte località della costa tirrenica e soprattutto adriatica divennero rinomati luoghi di villeggiatura per italiani e stranieri. Si videro proliferare stabilimenti, pensioni, hotel di ogni grado e genere per chiunque volesse passare qualche settimana sulle nostre magnifiche coste, ma altrettanto famosi divennero in poco tempo anche i luoghi di montagna e le numerose terme che offrivano soggiorni tranquilli a turisti in cerca di benessere.
Con il diffondersi del turismo “da spiaggia” anche i costumi da bagno, fino al 1910 poco differenti dall’improbabile completo in lana di Maria Carolina di Berry, considerato il primo costume della storia, divennero più comodi e audaci accorciandosi ed adattandosi al corpo, permettendo così bagni e abbronzature. Basta un decennio per veder comparire, negli anni Trenta, i primi costumi “elasticizzati” e per veder fiorire parallelamente il mercato delle creme solari nate, sembra, da un’idea di Eugène Schueller, un ex farmacista francese, giovane squattrinato di belle speranze che, insieme a 3 chimici e qualche parrucchiere, lancia Ambre Solaire: fonderà subito dopo uno dei più famosi marchi cosmetici, L’Oréal. La paternità delle creme solari è però controversa, infatti proprio negli stessi anni appaiono sul mercato molte altre creme e olii solari passati alla storia e ancora in commercio.
Un’interessante testimonianza di questo primo boom turistico di massa è fornita dalle ormai celebri locandine e dagli splendidi manifesti pubblicitari dei primi decenni del secolo scorso.