Forse pochi sanno che il “tassametro” nacque 6 anni prima del taxi, nel 1891 e costituì un’importante svolta tecnologica nel servizio di trasporto pubblico. Alcuni sostengono che la parola “taxi” derivi proprio dal tassametro e quindi indirettamente dal concetto di “tariffa” (tax) pagata per la corsa. Come utenti saremmo propensi a pensarla così anche noi, almeno in Italia, ma in realtà una delle ipotesi più accreditate fa risalire il termine all’antica famiglia Tasso, o meglio alla famiglia Thurn und Taxis (discendenti dei Tasso, corrieri di Bergamo) che dal 1490 detenne per secoli il monopolio del servizio postale nell’impero tedesco.
Qualunque sia stata l’origine nel nome “taxi” sappiamo per certo che, dopo parecchi decenni di servizio regolarmente svolto da carrozze a cavalli, la prima automobile a fungere da vettura pubblica apparve nel 1897 a Stoccarda. Si trattava di una Daimler acquistata per l’astronomica cifra di 5.530 marchi dalla ditta di trasporti Friedrich Greiner la quale, dopo aver conquistato i cittadini di Stoccarda con questo modernissimo e lussuoso servizio, si dotò immediatamente di altre 6 vetture identiche, capaci di percorrere all’epoca 70 km al giorno. In questo primissimo taxi era già installato un sistema di riscaldamento per i passeggeri posteriori e una mezza capote, che poteva essere aperta quando c’era bel tempo, ma a richiesta dei passeggeri, era addirittura possibile rimuovere l’intera struttura con tetto e porte, lasciando il taxi completamente scoperto.
Tra tutti i mezzi tuttavia il taxi fu solo l’ultimo tipo di veicolo pubblico apparso nelle città occidentali.
I primi mezzi cittadini, alla portata di tutti, furono infatti rappresentati dagli omnibus , grandi carrozze chiuse a trazione ippica, sostituite o affiancate, già da fine Settecento, da numerose linee tramviarie.
Le affascinanti Tramvie, nate in Inghilterra e Stati Uniti e poi diffuse in tutta Europa, all’inizio vedevano viaggiare mezzi a trazione animale; in Italia la prima città a dotarsi di una tramvia a cavalli fu Torino, nel 1872, seguita da Napoli 3 anni più tardi, mentre in Inghilterra nel 1863 era già stata aperta la prima metropolitana della storia.
Presto anche in Italia i tram a cavalli vennero abbandonati per adottare motrici a vapore, ma già a fine Ottocento, Palermo e Perugia realizzarono tramvie a trazione elettrica.
Purtroppo oggi, delle tante reti tranviarie storiche realizzate dopo l’Unità e tutte elettrificate nei primi anni del Novecento, sopravvivono solo quelle di Torino, Milano, Roma e Napoli.
E mentre impazza la guerra dei taxi, sorridiamo nel vedere ancora qualche vecchio tram con i sedili in legno, così bello nella sua semplicità, e ci chiediamo se anche allora i vetturini delle carrozze a cavalli ingaggiarono una guerra analoga contro i tramvai a vapore o contro le autovetture pubbliche … non sappiamo rispondere, ma ci piace pensare che alla fine, si sia trovata una soluzione.
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