Si dice che tutte le trame possibili siano già state “inventate” dai Greci, con tragedia e commedia: dopo di loro la produzione letteraria non sarebbe che un’elaborazione di intrecci già esistenti. Sembra strano, ma spesso è proprio così. Questo accade perchè il mito greco, come tutti i miti, racconta gli “archetipi”, i modelli culturali e simbolici che accomunano tutto il genere umano.
E’ un po’ sconfortante pensare che, da secoli, le storie attingano allo stesso mare, ma in effetti anche considerando il cinema, vediamo come le idee originali siano sempre meno e i film più belli si ispirino alla letteratura del passato o alla realtà storica, con le sue trame di vita vera, la cui presa sul pubblico è già stata testata dalla memoria.
A riprova del fatto, alla fine di marzo sono uscite diverse pellicole interessanti e di valore, ispirate dalla letteratura, come “The Raven”, l’ultimo capolavoro di McTeigue, che immagina Edgar Allan Poe coinvolto con un personaggio che sembra uscito dai suoi romanzi e “Quijote”, il primo lungometraggio firmato da Mimmo Paladino e presentato in anteprima Nazionale alla 63^ Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con Lucio Dalla nelle vesti del mitico Sancho Panza, fido scudiero del don Chisciotte creato da Cervantes.
L’ultimo film di Marco Tullio Giordana, “Romanzo di una strage“, racconta invece una delle più profonde ferite della storia italiana recente, quella legata alla strage di Piazza Fontana, mentre in “Diaz – Non pulire questo sangue” del regista Daniele Vicari, un cast eccezionale è chiamato a dar vita a quella “sospensione della democrazia” che fu il pestaggio, l’arresto e la tortura di comuni cittadini italiani e stranieri alla scuola Diaz, dopo la morte di Carlo Giuliani, la notte del 21 luglio 2001, durante i lavori del G8 a Genova.
Ma il passato letterario e storico è una fonte inesauribile di spunti.
Sono, in questo momento, in produzione “Lo Hobbit” tratto dal celebre racconto di Tolkien, “Leningrado” un kolossal americano diretto da Giuseppe Tornatore (che ripercorrerà l’attacco nazista alla città di Leningrado) e “Dr. Jekyll e Mr. Hide” in cui Guillermo del Toro riprenderà ancora una volta il tema dello sdoppiamento di bene e male interno all’uomo, così perfettamente incarnato nel personaggio creato da Robert Louis Stevenson.
Prepariamoci quindi alla visione dei classici (e della nostra storia) come facevano gli antichi greci nei teatri all’aperto, pronti alla celebrazione di una cerimonia senza tempo.
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