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Stelle letterarie – Acquario

stelle letterarie: Acquario -  elaborazione ©Fototeca Gilardi

L’ambito letterario preferito dai rappresentanti dell’11° segno dello Zodiaco, è riassunto perfettamente nel celebre titolo della raccolta di romanzi di Jules Verne: “Voyages extraordinaires”, viaggi straordinari.
Con l’Acquario si entra nell’ambito del “tutto è possibile” nettuniano, veicolato preferibilmente dalla tecnologia; nel segno infatti non troviamo il tradizionale fantasy o le favole, non troviamo i trattati di magia, ma la fantascienza, che sposa fantasia e realtà. La realtà dei romanzi di fantascienza è lontana nel tempo, proiettata nel futuro (parola chiave del mondo acquariano), è immaginata fin nei dettagli, ma è sempre inevitabilmente poggiata su dei fantomatici “progressi” della scienza al momento conosciuta.
Dalle scoperte tecnico scientifiche contemporanee l’autore Acquario, come appunto Verne, parte per immaginare un futuro “possibile”, in cui la vita dell’uomo si mescola con quella dei robot, delle macchine, degli strumenti quotidiani che gli facilitano l’esistenza. Oppure viaggia in luoghi sconosciuti, ma la cui esistenza è scientificamente probabile.
L’immaginazione dell’Acquario ha sempre la necessità di staccarsi dal contingente, così, quando non tratta argomenti futuribili, sceglie stili e linguaggi sperimentali (come il “flusso di coscienza” di James Joyce, ma anche la poesia di Montale) o luoghi narrativi irrealmente metaforici, come fece il reverendo Lewis Carrol con “Alice nel paese delle Meraviglie” e “Oltre lo specchio”, autore che non mancava di gusto per l’assurdo e che si dilettava nei giochi enigmistici, cari al segno.
Quando la letteratura acquariana non spazia nel cosmo e nel futuro tecnologico, quando non sperimenta con il linguaggio o con le immagini, si diletta di utopia. Byron e Foscolo, ognuno a proprio modo, danno un’idea precisa di cosa è un Acquario infervorato dall’ideale e di cosa questo ideale produce a livello artistico ed esistenziale.
L’Acquario è definito dall’astrologia classica come il segno “sociale” per eccellenza. In realtà i soggetti con il sole nel segno diventano spesso dei solitari con l’età, pur amando i propri simili, ma questo amore molto intellettualizzato viene vissuto come un generico trasporto per l’umanità intera, ed espresso sovente come idealismo puro. Nella mente acquariana c’è sempre una precisa idea di come dovrebbe essere la società ideale: libera, tollerante, pacifista, priva di basse passioni e di impulsi primitivi. Così vediamo nascere proprio in questo segno d’aria un genere letterario particolare che è il “romanzo sociale”, non inteso nei termini verginei cupi e senza speranza, ma con una connotazione fortemente utopica, politica ed etica.
La ribellione, l’anarchia, la messa in ridicolo del potere, la parità di classe sono temi che ricorrono in autori anche lontanissimi tra loro, da Dickens a Rabelais, da Simone Weil a Virginia Woolf . Tutti Acquari.
Rabelais dimostra tutto il suo essere Acquario persino esalando l’ultimo respiro, quando, in punto di morte si accommiata dicendo “Me ne vado in cerca di un grande forse”.
Alcuni di loro si ripiegano all’interno per osservare il proprio flusso di coscienza senza troppo interferire, facendo un passo indietro. Altri preferiscono far balenare tra le righe il sorriso ironico e dissacrante di questo segno che nasce come un bastian contrario e che vede sempre il lato assurdo della vita. Sono tutti nemici delle superstizioni, detestano ciò che puzza di vecchio e stantio, rifiutano la banalità.
Così non possiamo stupirci che la maggior parte degli autori citati siano stati indicati dai critici coevi come degli innovatori, impegnati ad attuare un “ribaltamento” di prospettiva, di linguaggio, di stile, proprio grazie alla loro capacità di uscire dal tracciato comune e di aprire le porte a nuovi modi di sentire. Come vuole il rivoluzionario Urano, signore del segno.

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