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Santa … pazienza

C’è chi è in vacanza di piacere e chi è in vacanza forzata.
Ai primi auguro di rilassarsi, ma ai secondi che mi premono di più, voglio indicare quattro santi ai quali la tradizione attribuisce una competenza nel settore “lavoro”, visto che rivolgersi altrove sembra piuttosto inutile per ora.
Il primo è Giuda Taddeo, santo dei disoccupati in quanto … esso stesso disoccupato!
Eh sì, perché venendo sempre confuso con l’altro Giuda (Iscariota) non si sa bene come collocarlo né ci si rivolge spesso a lui.
Di questo santo si sa poco: essendo indicato nei Vangeli come fratello di Giacomo Minore, sarebbe figlio di Maria Cleofe e quindi cugino di Gesù. Taddeo significa “dal petto largo”, come dire “dal cuore grande”, generoso, dote che lo rende, nell’iconografia cristiana, un maestro fermo e sapiente, il soggetto giusto per capire i problemi di chi non ha occupazione e per provvedere di conseguenza.

Il secondo Santo, a cui si rivolgono in particolare gli spagnoli, per chiedere lavoro è San Pancrazio. Era un giovanissimo soldato romano vissuto nel III secolo che si convertì al cristianesimo e venne condannato a morire decapitato. Morì dunque martire a Roma, a soli 14 anni il 12 maggio dell’anno 305. La sua figura di giovane subì una fusione con l’antico culto di Adone e oggi il giovane Pancrazio viene invocato per guadagnare denaro e vivere nell’abbondanza e gli vengono portati in omaggio rametti di prezzemolo come simbolo di fertilità e fecondità, come si faceva appunto con Adone nell’antica Grecia, dandogli naturalmente l’incombenza di provvedere a trovarci un lavoro che possa assicurare la detta abbondanza.

Il terzo santo, quello che ufficialmente detiene il ruolo, è San Gaetano da Thiene santo protettore dei disoccupati, di chi cerca lavoro, e dei donatori di sangue (che magnifica coerenza!).
Nato a Vicenza nel 1480 da una famiglia di nobili origini, fin da giovane si prodigò a servizio dei giovani e degli esclusi, dedicandosi ad opere pie e adoperandosi, in particolar modo, per i malati incurabili, morendo di stenti a 66 anni. L’iconografia tradizionale mostra San Gaetano abbigliato da monaco con un cuore alato sul petto. Assieme a San Gennaro, è compatrono di Napoli.

Infine c’è il “pezzo grosso”. Niente meno che San Giuseppe in persona, al quale anche il web rivolge novene e preghiere accorate perché soccorra chi è senza lavoro; San Giuseppe, santo patrono dei lavoratori che, se non trova presto un rimedio miracoloso a questa situazione, rischia di restare anche lui disoccupato!

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