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Royal baby e parti pubblici

Costanza d'Altavilla dopo il parto tiene in braccio il royal baby Federico II, miniatura elaborazione ©Fototeca Gilardi

La famiglia Windsor si è arricchita dell’ennesimo nipote.
Questa volta il principino (arrivato – pare – con qualche ritardo) ha acceso più che mai la fantasia popolare già affezionata ai genitori del piccolo royal baby: il simpatico principe “cadetto” e la bellissima attrice americana.
Da sempre le vicende private delle monarchie sono state oggetto di gossip e se un tempo le regine erano obbligate a partorire in pubblico di fronte alla corte, o in tempi più recenti, in presenza almeno del Ministro dell’Interno (come accadde alla nascita di Elisabetta II) oggi il momento del parto regale è forse l’unico istante privato, in gravidanze seguite passo passo dai media.
Protette e vezzeggiate, osservate, criticate e ammirate le principesse e regine attuali non hanno certo più nulla da spartire con le sovrane di un tempo, il cui corpo era considerato come una cosa pubblica, una fabbrica di eredi al trono sottoposta a controllo ufficiale della corte (o dei parenti) dalla fase dell’accoppiamento a quella del parto.
A tutti è noto ad esempio, l’intervento del fratello della regina Maria Antonietta, affinché la distanza fisica che separava i due sovrani di Francia, si riducesse e i due avessero un vero rapporto destinato alla nascita di un erede. Pare che l’imperatore Giuseppe II d’Asburgo si fosse spinto fino a dare istruzioni dettagliate al cognato su come approcciare la moglie, e che avesse fatto lo stesso con la sorella consigliandole di smettere di sognare un amore romantico sui libri  e di sprecare energie giocando d’azzardo. I consigli ebbero l’effetto sperato e Maria Antonietta partorì la prima figlia al cospetto di così tante persone che Luigi XVI dovette correre ad aprire le finestre (in pieno dicembre) perché la regina non soffocasse.
Anche allora la nascita di un principino era un evento festeggiato con gioia dal popolo, ma a differenza di oggi, restava essenzialmente un affare di Stato. E mai lo fu così tanto come nel caso di un celeberrimo sovrano, Federico II di Svevia, la cui ascendenza dovette essere attestata pubblicamente per molteplici ragioni, sotto riflettori molto diversi da quelli che oggi illuminano il figlio del principe Henry e di Meghan Markle.
La regina di Sicilia, Costanza d’Altavilla, sposa da 10 anni del giovane imperatore Enrico VI Hohenstaufen, a dispetto di ogni pronostico e nonostante il pochissimo tempo passato con il consorte, era rimasta incinta alla soglia dei 40 anni. Se oggi è un evento normalissimo, nel 1194 a quell’età era più frequente diventare nonna piuttosto che madre e Costanza, consapevole che il diritto di successione al trono del bimbo in arrivo, sarebbe stato messo in grave pericolo da inevitabili illazioni sulla veridicità di quella gravidanza, decise di partorire nella pubblica piazza. Mentre Enrico avanzava verso la Sicilia per prenderne possesso, l’imperatrice di Germania, erede dei Normanni arrivò a Jesi il 26 dicembre in preda alle doglie. Con coraggio, sprezzante del freddo e incurante di ogni pudore fece erigere una tenda aperta nella piazza principale e partorì il suo primo ed unico figlio davanti a tutti. Federico II Hohenstaufen, re di Sicilia, Duca di Svevia, Imperatore del Sacro Romano Impero e re di Gerusalemme, quello che tutti chiameranno di lì a poco Stupor Mundi, vedeva la luce senza che dubbio alcuno oscurasse le sue origini, grazie alla forza di sua madre Costanza. Il giorno dopo la tenace regina normanna si mostrò nuovamente alla corte e al popolo mentre allattava il suo bimbo, fissando per sempre l’eccezionalità della nascita di Federico nella memoria collettiva, mediante il racconto diretto degli spettatori, gossip ante litteram che verrà riportato fedelmente dalle Cronache degli storiografi successivi, arrivando fino a noi.

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