(Cartoline a Ponzone) a cura di Lost Dream Editions
La libreria Feltrinelli era “piccola”, con numerose vetrine che davano su una traversale di corso Buenos Aires, una delle principali arterie dello shopping milanese; non si era ancora trasferita quando ho sfogliato un libro fotografico il cui titolo mi aveva attratto, forse per l’uso del vernacolo, che sembrava dare una patente di normalità, come fosse una nevicata, a un avvenimento eccezionale e terribile: “In dre a bombarda Milan” ( non garantisco sull’ortografia, ma il senso è “Stanno bombardando Milano” ). Numerose fotografie, virate color seppia, documentavano gli effetti dei persuasivi messaggi che gli Alleati avevano fatto piovere dal cielo sulla città.
Ho sempre incontrato qualche difficoltà nel fare capire alle mie allieve e ai miei allievi che gli Alleati che bombardavano Milano erano gli stessi che, nelle città del centro e del sud del paese, distribuivano sorridendo sigarette cioccolato chewing gum latte condensato in scatola e sguardi di desiderio alle ragazze: forse perché risultava strano anche a me quel modo terroristico e paradossale di condurre la guerra.
Recentemente, un saggio di Robert Edsel che racconta gli incredibili recuperi di opere d’arte trafugate dai nazisti effettuati dai Monuments Men, così erano stati chiamati i militari incaricati a svolgere quel compito, ha conosciuto una omonima versione cinematografica scritta, diretta, prodotta e interpretata da George Clooney ( Usa/Germania 2014 ). E tanti, ammirati dall’abilità dei “cacciatori di opere d’arte”, non sapranno mai quante non hanno potuto essere recuperate perché distrutte dai bombardamenti dei colleghi dei “cacciatori”: solo il caso e un muro di sacchi di sabbia hanno salvato L’ultima cena che Leonardo da Vinci aveva dipinto nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie. Di tante altre opere d’arte meno fortunate, sebbene trasportabili, ci restano solo le fotografie.
Nell’immagine: Santa Maria delle Grazie dopo il bombardamento del 15 agosto 1943.