Noi italiani siamo riusciti ad esportare all’estero la pizza, la pasta, la lirica, persino la mafia, ma c’è una cosa che, con nostro estremo disappunto, non ci riesce proprio di diffondere nel mondo … l’uso del bidet.
Sembra infatti che, a tre secoli di distanza dalla sua invenzione, il piccolo pony di origine francese (questo significa bidet) presente nel 100% dei bagni italiani e diffuso anche in Spagna, Portogallo e Grecia (soprattutto negli hotel di lusso), sia un oggetto sconosciuto alla maggior parte degli inglesi che ancora ne ignora la funzione e si chiede perché mai ci sia bisogno di uno strumento così curioso quando esiste la doccia. Stessa identica domanda se la pongono i nordamericani (tanto che verrebbe da chiedersi se gli anglosassoni abbiano esigenze fisiologiche differenti dalle nostre) i quali vivono con un certo tabù l’uso del bidet poiché lo associano ancora all’esercizio della prostituzione, avendo avuto il primo contatto con questo strumento igienico nei bordelli francesi, durante la seconda guerra mondiale.
Anche in Germania e nei paesi scandinavi il bidet è totalmente assente, ma quel che più stupisce è che la sua diffusione sia calata drasticamente negli ultimi 50 anni anche in Francia. La prima vaschetta per l’igiene intima di cui si abbia notizia fu infatti realizzata per la moglie del primo ministro francese, M.me De Prie, nella prima metà del Settecento. Anche la reggia di Versailles ne era dotata all’epoca, c’erano addirittura 100 bidet, ma furono eliminati per lo scarso utilizzo dopo un decennio, finendo appunto nei bordelli, dove poterono svolgere egregiamente il loro compito.
Sembra infatti che, a tre secoli di distanza dalla sua invenzione, il piccolo pony di origine francese (questo significa bidet) presente nel 100% dei bagni italiani e diffuso anche in Spagna, Portogallo e Grecia (soprattutto negli hotel di lusso), sia un oggetto sconosciuto alla maggior parte degli inglesi che ancora ne ignora la funzione e si chiede perché mai ci sia bisogno di uno strumento così curioso quando esiste la doccia. Stessa identica domanda se la pongono i nordamericani (tanto che verrebbe da chiedersi se gli anglosassoni abbiano esigenze fisiologiche differenti dalle nostre) i quali vivono con un certo tabù l’uso del bidet poiché lo associano ancora all’esercizio della prostituzione, avendo avuto il primo contatto con questo strumento igienico nei bordelli francesi, durante la seconda guerra mondiale.
Anche in Germania e nei paesi scandinavi il bidet è totalmente assente, ma quel che più stupisce è che la sua diffusione sia calata drasticamente negli ultimi 50 anni anche in Francia. La prima vaschetta per l’igiene intima di cui si abbia notizia fu infatti realizzata per la moglie del primo ministro francese, M.me De Prie, nella prima metà del Settecento. Anche la reggia di Versailles ne era dotata all’epoca, c’erano addirittura 100 bidet, ma furono eliminati per lo scarso utilizzo dopo un decennio, finendo appunto nei bordelli, dove poterono svolgere egregiamente il loro compito.
In Italia fu Maria Carolina D’Asburgo-Lorena, regina di Napoli, la prima a possedere un bidet: lo fece installare nelle sue stanze private nella reggia di Caserta e consisteva in un catino inserito in una struttura di legno intarsiato. I Savoia all’epoca erano ancora qualche passo indietro cosicché, quando conquistarono il Regno delle Due Sicilie, saccheggiando la Reggia finirono per inventariare il prezioso bidet come uno “strano oggetto a forma di chitarra”, dal momento che non ne avevano mai visto uno.
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