Fu a San Samuele, una delle tante chiese della meravigliosa Venezia che nel 1979 grazie ad una idea di Ando Gilardi avvenne il miracolo dell’esposizione in contemporanea di 40 opere fra i più prestigiosi capolavori dell’arte, scelti da Carlo Bertelli (Pinacoteca Brera Milano), Marilena Pasquali (Galleria Arte Moderna Ancona), Franco Solmi ( Galleria d’Arte Moderna Bologna). Le opere erano dei bellissimi facsimili, delle repliche fedeli dei dipinti originali, cioè una rappresentazione fotografica secondo gli innovativi materiali fotografici dell’epoca. Come sappiamo da allora i progressi nel campo della tecnologia fotografica e dei suoi supporti sono stati importantissimi ed ecco che il miracolo è diventato cosa quasi quotidiana. Solo qualche giorno fa davamo notizia di una mostra allestita a Vigevano dedicata all’Ultima Cena vinciana, restituita in tutto il suo splendore grazie alla tecnica fotografica combinata con quella multimediale: un altro miracolo. Oggi è la volta di Milano, miracolata in immagine con l’apertura della mostra “Caravaggio, una mostra impossibile” a cura di Renato Parascandolo: l’impossibile diventa possibile. Tutte le opere di Michelangelo Merisi (1571 – 1610) si potranno ammirare riunite in un solo luogo, il Palazzo della Ragione a Milano, dal 10 novembre 2010 al 13 febbraio 2011.
… eh, la faccenda de miracolo non si spiega mai come si deve. In breve: l’immagine fotografica di un quadro (ho scritto l’immagine fotografica non il quadro) è stata ottenuta con UNA luce che se era completa (bianca come quella del sole e del flash elettronico) e il fototipo digitale (non chimico) l’immagine è miracolosa. Poi questa immagine miracolosa se viene stampata non è più miracolosa può essere osservata illuminata davanti (come quando appesa alle pareti della esposizione) o il fototipo digitale (numerico)di dietro, alle spalle, così come quando appare sullo schermo tarato di un computer, che è bianco “solare”, e allora può dirsi miracolosa però meno che nelle dimensioni perchè il miracolo pieno deve essere 1:1 …
Eccetera ecetera … pochi sanno o ricordano che i colori di un quadro come noi lo vediamo sono quelli che il “dipinto” NON HA TOLTO ALLA LUCE CHE LO ILLUMINA DOVE SI TROVA E CHE HA RESPINTO VERSO LO SPETTATORE. Ora se la luce che illumina il quadro è quella del Sole, o del flash CONTINUO elettronico (TUBO FLUORESCENTE TARATO), cioè bianca, cioè che vuol dire completa di tutti i colori,il quadro può respingere tutti quelli della luce COMPLETA che non ha assorbito e noi assistiamo a un miracolo …..
Difficile, molto difficile