Le figure angeliche sono immagini che appartengono a tutte le religioni e vengono descritte in modo molto simile da un luogo all’altro della terra e da un’epoca all’altra.
La tradizione cattolica ha una visione gerarchica degli angeli, che sono suddivisi in 3 livelli composti di tre ordini, ognuno con un compito specifico. In decrescente ordine di potenza sono:
– prima gerarchia: serafini, cherubini, troni
– seconda gerarchia: dominazioni, virtù, potestà
– terza gerarchia: principati, arcangeli, angeli
I Serafini hanno sei ali e reggono il trono di Dio, cantando la musica delle sfere e regolando il movimento del cielo; emanano una luce così potente e brillante che nessuno può guardarli.
I Cherubini hanno quattro ali e quattro facce (una umana, una di cherubino, una di leone e una di aquila). Sono incaricati della protezione dell’Eden e del trono di Dio. Due cherubini si trovano agli opposti dell’Arca dell’Alleanza.
I Troni nel libro di Ezechiele sono descritti come ruote intersecate ad altre ruote, delle quali se una si muove avanti e indietro, l’altra si muove da un lato all’altro. Queste ruote sono dotate di innumerevoli occhi e sembrano oggetti viventi che possiedono uno spirito.
Le Dominazioni ricevono i loro ordini dai serafini, cherubini o direttamente da Dio e le trasmettono agli ordini inferiori di angeli, assicurandosi che il cosmo sia sempre in ordine. Compongono l’esercito dell’Apocalisse.
Le Virtù e le Potestà presiedono alla formazione dei princìpi e delle ideologie umane e alla formulazione di questi princìpi in Leggi, le Virtù in particolare vengono percepite dagli umani come “lampi di ispirazione” nel campo delle scienze e delle arti.
Principati e Arcangeli sono a diretto contatto con gli uomini, come veri e propri messaggeri.
Il livello più basso, il più vicino agli umani, è quello in cui possiamo collocare l’Angelo Custode, figura popolare oggetto di grande devozione, che sta accanto al suo “protetto” dalla nascita alla morte aiutandolo nelle più piccole questioni quotidiane.
Pio V e Paolo V furono i papi che stabilirono delle feste precise per celebrare la figura degli Arcangeli e degli angeli custodi. Queste celebrazioni vennero poi fissate definitivamente: nel 1670 Clemente X stabilì al 2 ottobre la festa degli Angeli Custodi, mentre San Michele Arcangelo, San Gabriele Arcangelo e San Raffaele Arcangelo (le cui feste cadevano rispettivamente il 29 settembre, il 24 marzo e il 24 ottobre) vennero riuniti, dopo il Concilio Vaticano II, nell’unica data del 29 settembre.
Sembra che molti celebri santi avessero un rapporto privilegiato con l’Angelo custode.
Negli Atti degli Apostoli si racconta che San Pietro venne liberato dal carcere grazie al suo angelo custode.
San Tommaso d’Aquino sembra fosse accompagnato spesso da visioni angeliche e nella sua “Summa Theologica” afferma che ogni uomo, cristiano o non cristiano, ha un Angelo custode che non lo abbandona mai, neppure se è un grandissimo peccatore.
Anche Santa Gemma Galgani aveva un rapporto molto stretto con il suo angelo, tanto da essere rimproverata in confessione quando riferì che il suo “amico”, quando non era contento di lei, le chiedeva di guardarlo negli occhi. Il confessore, al quale certa confidenza non piaceva, vietò alla giovane di tenere i suoi rapporti con l’Angelo custode come fosse un umano qualsiasi, così la ragazza si rivolse al compagno angelico, dicendo: “Ci vuole pazienza, caro Angelo, il padre non vuole, e ci conviene cambiare registro”.
Famoso è invece il ruolo di “aiutante e segretario” che pare avesse l’angelo custode di Padre Pio al quale si rivolgevano i devoti del frate pugliese, lontani chilometri da lui, per contattarlo e chiedergli aiuto immediato in un’epoca in cui il cellulare ancora non esisteva! E pare che prontamente il messaggio arrivasse permettendo al mistico di “mettersi al lavoro” per chi gli chiedeva aiuto.
© riproduzione riservata