Ci sono espressioni che, con la naturale trasformazione della lingua, perdono via via di importanza fino a divenire oscure. Sui margini del “cono d’ombra” proiettato dall’oblìo linguistico troviamo, tra le moltissime definizioni in fase di scomparsa, quella di “risata sardonica” che indica quel particolare ghigno beffardo, quella risata amara e sprezzante che si dipinge sul volto dei migliori malvagi dello schermo.
Quando da bambina lessi per la prima volta questo modo di dire, intuitivamente lo legai all’assonante sarcasmo , dopo essere passata dalla più improbabile ipotesi che fosse la smorfia di chi assaggiava per la prima volta le sardine. Pensare che i Sardi fossero tutti dei malvagi ghignanti mi ripugnava alquanto, quindi scartai questa terza ipotesi, sebbene l’opzione scartata fosse quella più vicina alla verità.
Questo modo di dire ha infatti origine proprio in Sardegna.
Racconta Robert Graves nei “Miti Greci” di un certo Talo, un “servo di bronzo” dalla testa di toro, che Zeus aveva donato a Minosse per proteggere Creta (alcune fonti lo dicono forgiato da Efesto in Sardegna). Talo aveva il compito di girare tutti i villaggi dell’isola per mostrare alla popolazione le leggi di Minosse incise su tavole bronzee e anche di sorvegliare Creta correndo tre volte al giorno tutto intorno alle coste per scagliare massi contro le navi straniere che tentavano un’invasione. E fu Talo che incontrarono i Sardi durante un assalto all’isola. Il “robot” guardiano, vedendo arrivare i nemici, arroventò il proprio corpo metallico sul fuoco e distrusse i nemici in un abbraccio mortale, ridendo selvaggiamente. Da qui la “risata sardonica”.
Altre fonti indicano invece l’origine dell’espressione in un rituale drammatico che vedeva gli antichi sardi gettare da una rupe gli anziani settantenni, inviati in sacrificio a Crono, dopo averli drogati con l’erba sardonica, una pianta neurotossica responsabile dell’involontario ghigno di fronte alla morte. Studi recenti avrebbero individuato nel finocchio d’acqua (tipico del territorio sardo) la leggendaria erba.
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Che gran cavolata; la risata sardonica era quella prodotta da coloro che facevano precipitare i propri genitori ormai anziani e incapaci di procurarsi il cibo, che li rendeva inutili e di peso per il resto della tribù. La risata aveva la funzione di “esorcizzare” il dolore di un evento così drammatico. Mi appare come la definizione più l
logica e meno fantasiosa, come spesso si incontra in coloro che intendono qualificare degli eventi tipici della Sardegna avvolgendoli di un mistero ampolloso…