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Le immagini nella buca

(una foto al giorno leva l’ignoranza di torno) a cura di Lost Dream Editions

Nessuna tecnica di produzione iconica è capace di imitare matematicamente la realtà visiva come l’immagine totalmente automatica prodotta dalla luce. Grazie a questa straordinaria capacità mimetica, la fotografia ti dà l’illusione, in modo enormemente maggiore rispetto a una immagine manuale, di “catturare” un momento dello scorrere dell’esistenza, illusione che è enormemente accresciuta, come ci ha ripetutamente ricordato Ando Gilardi, dalla consapevolezza che il fotografo ha solo raccolto l’immagine “fatta” dal soggetto che ha riflesso la luce verso l’apparecchio fotografico.
È questo l’apparente paradosso della fotografia che Ando Gilardi conosceva bene: è proprio l’immagine più fedele alla realtà che ti fa capire, se davvero compresa, quanto sia illusorio il suo “possesso” iconico. Per millenni, con le immagini manuali sono valse altre regole: nel regno della favola, l’irreale è la norma.
Continuiamo pure, allora, a raccogliere il mondo negli insaziabili imbuti fotografici, ma con la consapevolezza di essere come il bambino che cerca di travasare il mare nella buca che ha scavato nella sabbia.
Nell’immagine:
Robert Doisneau, Peintre sur le Pont des Arts, 1953 circa.
( da www.silvercruiser.tumblr.com )

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