L’anno volge al termine e ci ricorda che ogni cosa su questa terra segue il naturale ciclo di nascita-sviluppo-declino-morte, indispensabile affinché la vita si rinnovi e torni a fiorire in sempre nuove forme.
Purtroppo, il principio secondo cui la Fine delle cose è funzionale alla Vita, viene dall’uomo applicato attraverso il simpatico motto “mors tua vita mea”, cioè “la tua morte è indispensabile alla mia vita”, con le conseguenze che ben possiamo immaginare!
Ma c’è anche chi, toccando vertici di perversione inimmaginabili, vorrebbe esistere eternamente, sebbene il concetto di Eternità gli sfugga anche nelle sue più banali implicazioni.
Intere culture hanno fondato tutto il loro sviluppo sul concetto di “vita eterna”.
La vita eterna, di per sé, finché rimane nel mondo delle Idee, può anche avere un senso profondo, ma quando si applica alle piccolezze umane, come l’eterna giovinezza, l’eterna bellezza, l’eterno vigore fisico, l’eterno potere rivelano tutta la loro aberrante logica.
Non per caso una delle immagini più raccapriccianti della vita prolungata artificialmente oltre la sua naturale e dignitosa durata, è quella della mummia: un corpo in disfacimento che con arroganza tutta umana crede di essere ancora padrone del suo tempo e terrorizza i malcapitati che ne scoperchiano il sarcofago!
Quindi facciamo attenzione, la mummia di solito, quando viene risvegliata, è dura da ricacciare nella tomba e spesso si annuncia con maledizioni portatrici di sfiga a trecentosessanta gradi, quindi non invochiamo la vita eterna né per noi, che potremmo divenire spiacevoli mummie, né per altri che potrebbero funestare il nostro presente con invasioni di cavallette.
Diciamo così, con giusto spirito natalizio, non desideriamola se non per prolungare la durata delle nostre buone azioni e, se non ne avessimo fatte … propongo di dedicargli parte del nostro tempo libero nei prossimi 12 mesi!
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