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La scuola … buona

Come non parlare di scuola dopo il putiferio scatenato dall’approvazione della riforma renziana, passata con il voto di fiducia? Si sa che le riforme scolastiche nel nostro paese hanno sempre acceso gli animi e scatenato polemiche e proteste, ma la “Buona Scuola” pare che abbia diviso più che mai i vari schieramenti. La novità che colpisce di più la fantasia dei non addetti ai lavori è quella della valutazione degli insegnanti, oscuro desiderio di generazioni di studenti vessati da professori pessimi, ma anche arma a doppio taglio che potrebbe penalizzare ottimi insegnanti. Anche la figura del “super preside” lascia molti perplessi visto che gli viene dato il potere di scegliere e assumere i professori a sua discrezione.
Ma in fondo il nostro sistema scolastico ha ancora molto di ciò che venne deciso dalla riforma Gentile di epoca fascista; piccole modifiche, nel corso dei decenni, hanno via via eliminato l’insegnate unico nella primaria, aumentato l’età della scuola dell’obbligo, ridotto gli esami e rivisto il sistema di valutazione, sostituito i libri con supporti digitali, ma i programmi ad esempio non sono molto cambiati, così come la struttura dei licei e degli istituti tecnici e professionali. Il grande problema della scuola italiana infatti resta, oltre all’endemica mancanza di fondi e all’annosa rivalità tra istruzione pubblica e privata, lo scollamento tra scuola e mondo del lavoro.
Tutto sta cambiando, intorno a questa scuola ottocentesca, strutturata per il mondo della rivoluzione industriale, in cui era necessario specializzarsi per trovare lavoro. Ora il mondo del lavoro è diventato “liquido” e molti invocano la necessità di un insegnamento multidisciplinare, non diviso per materie. Chissà se sarebbe la giusta soluzione? Si potrebbe già fare in realtà, ma tutto il peso di una scuola “buona” davvero, è come sempre sulle spalle di docenti e famiglie, che sembrano dover pagare caro il diritto ad un’istruzione pubblica, gratuita e che assicuri uguali opportunità a tutti, come vollero alcuni riformatori illuminati, solo un secolo e mezzo fa.
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