Esistono scale musicali, scale di misurazione dell’energia, del calore, delle distanze, del peso; scale gerarchiche, scale discendenti ed ascendenti, scale a pioli, a chiocciola, scalinate di pietra e scalette di corda, ma da sempre nella cultura umana la scala racchiude anche un profondo valore simbolico e spesso è stata scelta per apparire in stemmi e raffigurazioni mistiche.
La scala, come l’Albero della Vita, è un “simbolo assiale” che evoca, cioè, l’Asse dell’Universo attraverso cui si attua il passaggio tra il Cielo e la Terra: celebre a questo proposito è il racconto biblico del Sogno di Giacobbe in cui il patriarca vide una scala che collegava il mondo umano e il mondo celeste, percorsa incessantemente da Angeli.
Molto spesso importanti cattedrali, templi e fonti sacre, in tutte le culture, vengono preceduti da altissime scalinate che preludono all’incontro col divino, che per sua natura non è mai immediato e privo di fatica.
Con questa valenza la scala è spesso presente nei riti iniziatici di vari popoli. È noto ad esempio che nei Misteri persiani del culto di Mitra l’adepto, prima di essere accettato, doveva superare un percorso costituito da sette livelli (un passaggio attraverso grotte buie e tortuose) in un rituale chiamato “la risalita della scala della perfezione”, cerimonia passata poi in ambito medievale e ripresa in seguito dalla Massoneria.
Con i suoi gradini la scala rappresenta un “ponte verticale” che permette il faticoso, graduale e lungo passaggio attraverso diversi stadi dell’Essere, diversi gradi della Conoscenza, addirittura diversi Mondi, per raggiungere se stessi, Dio, il Sommo Bene, insomma qualcosa di fortemente desiderato e difficilmente raggiungibile.
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