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Il simbolo del cuore

Cuore trafitto, rilievo e studio tatuaggi da saggio XIX secolo elaborazione ©Fototeca Gilardi

San Valentino si avvicina a grandi passi e uno dei simboli ormai più diffusi sui social è pronto a riversarsi a tonnellate su di noi, innamorati o meno. Il piccolo cuore rosso e simmetrico che da secoli esprime l’amore e l’unione di due individui, sembra sia nato originariamente con una forma un po’ diversa. Da sempre associato all’amore il cuore veniva immaginato dagli antichi Egizi come un piccolo vaso (a forma di vaso era anche il geroglifico IB, che indicava appunto il cuore) che noi ricordiamo nelle pitture tombali posato su un piatto della bilancia nel momento della pesatura delle anime. Per gli antichi Greci il cuore era invece più simile a una pigna o a una foglia di edera rovesciata (a detta di Galeno) e così venne raffigurato per molto tempo fino al medioevo, quando iniziò ad abbozzarsi la prima rudimentale versione del nostro “emoticon”. In molte miniature vediamo infatti i progenitori dei nostri cuoricini nell’offerta del cuore da parte dell’innamorato alla donna amata. Dal 1200 in poi i “cuori” nell’arte si sprecano, soprattutto in ambito religioso: rossi sormontati da fiamme simboleggiano ora la Fede, ora la Caritàcircondati di spine alludono alla Passione di Cristo in croce, oppure trafitti da spade simboleggiano il dolore di Maria, sua madre, alla vista del figlio ucciso; il cuore trafitto è anche passione “per” Cristo nella raffigurazione delle Sante, un amore sacro che sublima una passione ardente e non si discosta molto, iconograficamente, dal cuore trapassato dalle più prosaiche frecce di Cupido.
Tra le ipotesi associate alla nascita di questo simbolo ce n’è una che lo riconduce alla forma del seme di una pianta estinta, il silfio, utilizzato nell’antichità sia come moneta di scambio, sia a uso anticoncezionale (o abortivo), utile cioè a godere dell’amore senza preoccuparsi delle sue conseguenze biologiche.
Durante il Rinascimento la raffigurazione simbolica e anatomica del cuore si discostarono sempre di più, con personaggi come Leonardo Da Vinci e Andrea Vesalio intenti a rappresentare l’organo come semplice componente del corpo umano mentre nascevano e si diffondevano i giochi di carte con i cuori stilizzati nel ruolo di “seme”, accanto a fiori, quadri e picche, fino ad arrivare al XIX secolo quando nacque la tradizione di scambiarsi biglietti e regali a forma di cuore in occasione di San Valentino.
Così, partendo da un vaso e da semi nordafricani, siamo arrivati al nostro cuoricino di approvazione affettuosa che spargiamo a piene mani sotto le immagini di gattini e cagnolini, con le varianti di “cuore pulsante”, “cuore col fiocco”, cuore multicolore, cuore doppio e così via.
Siamo pronti per un passo avanti, o indietro, o di lato: potremmo creare un’emoticon a forma di antico vaso egizio o scatole di cioccolatini modellate sui disegni di Leonardo o ancora foglie di edera colorate di rosso e trafitte dalla piuma di Maat; insomma a voi l’iniziativa: create il nuovo cuore di San Valentino e buona festa degli innamorati!

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