Un Cancro appassionato di immagini, è facilmente riconoscibile.
Se lo avete invitato a casa, il suo sguardo si sofferma inevitabilmente sulle vostre foto di famiglia e gli si accende una luce negli occhi quando, intercettando il ritratto della vostra bisnonna in una cornice d’argento, coglie delle somiglianze con voi.
Affascinato dalla storia, fissato con i legami familiari e istintivamente orientato al passato, il Cancro usa le immagini come trampolino di lancio per suoi amatissimi viaggi nel tempo. Il suo è il Segno dell’intimità, della privacy, degli affetti e delle memorie, per questo passerebbe ore a sfogliare album di ricordi e a ritrarre situazioni e persone che desidera poter “rivisitare” più avanti nel tempo, sotto forma di icona.
Di fronte ai dipinti antichi – i suoi preferiti – si fissa lungamente sulle espressioni, le pose, gli abiti dei personaggi ritratti, fino a che le figure si animano nella sua fantasia trasportandolo all’interno della scena, in un passato lontano che per il Cancro è l’unico luogo davvero interessante da esplorare.
I suoi soggetti prediletti sono i bambini, meglio se addormentati, in braccio alla mamma o assorti nei loro giochi e attività. Anche le scene intime di quotidianità familiare e i ritratti femminili colpiscono in modo particolare l’attenzione dell’artista Cancro (pensiamo a Rubens, Degas o Modigliani), spesso più concentrato sulle emozioni che fanno scattare l’ispirazione o che vengono veicolate dall’immagine, piuttosto che sulla perfezione tecnica o sul piacere di produrre un oggetto d’arte.
Archetipo connesso al mondo fiabesco e notturno può essere associato alla primissima forma di “cinema” della storia: la lanterna magica, un dispositivo capace di proiettare immagini colorate dipinte su lastre di vetro, un antenato del lettore di diapositive. L’appartenenza di questo apparecchio, chiamato anche lanterna ottica, alla sfera di influenza del Cancro si può dedurre anche considerando che le sue principali applicazioni erano rivolte proprio al mondo dell’infanzia: la sua funzione didattica consisteva nella proiezione di immagini di luoghi, animali, monumenti lontani e sconosciuti, nell’ambito di lezioni che mescolavano realtà e fantasia; mentre nella sua componente ludica e di intrattenimento, lo scorrere delle immagini più immaginose e magiche, veniva accompagnato dalla voce narrante dell’imbonitore in una sorta di lettura pubblica di fiabe e racconti.
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