Il 4 settembre 1881 le due più grandi compagnie di armatori italiani, la palermitana Florio e la genovese Rubattino, si fondono per dare vita alla Generale Navigazione Italiana. Siamo nell’epoca d’oro dei Transatlantici, gli oceani sono solcati dai maestosi giganti del mare che trasportano merci e passeggeri intorno al mondo e l’Italia, unita da poco, ha necessità di sostenere la concorrenza delle compagnie straniere nelle tratte che stanno già portando moltissimi migranti italiani oltreoceano. Proprio in territorio appena divenuto italiano, una cinquantina d’anni prima è stata creata anche la prima vera nave da crociera: la Francesco I costruita dal Regio Arsenale di Castellammare di Stabia, sotto il dominio Borbonico. Salpata nel 1833 da Napoli carica di nobili provenienti da tutta Europa, la Francesco I aveva suscitato grande clamore per la sua eccezionale velocità portando in vacanza per tre mesi lungo il Mediterraneo reali e dignitari stranieri ed intrattenendoli non solo con escursioni, ma anche con balli, sale da gioco e feste a bordo.
Ben presto i Transatlantici, nati per trasportare passeggeri e merci nelle lunghe tratte oceaniche, iniziano a differenziare al proprio interno tre diversi livelli dedicati a tre diverse tipologie di passeggeri e trasformando la prima classe sulla falsariga delle navi da crociera: si dotano di cabine di lusso, di eleganti salotti, di fumoir, di sale da ballo e da gioco, di negozi, ristoranti, campi da tennis, palestre e piscine.
La seconda classe, più spartana, è riservata a chi viaggia per lavoro, mentre la terza classe dedicata ai poveri migranti presenta spesso condizioni spaventose ed è totalmente separata dal resto. Le tratte dei transatlantici collegheranno per decenni l’Europa agli Stati Uniti e al Sud America, riversando oltreoceano milioni di disperati in fuga dalla miseria.
Creati per resistere ad ogni condizione atmosferica e viaggiare ad elevata velocità queste gigantesche imbarcazioni saranno protagoniste anche di spettacolari tragedie come l’inabissamento del Titanic nel 1912, o l’affondamento del Lusitania da parte di un sommergibile tedesco durante la prima guerra mondiale (episodio che convinse gli americani ad intervenire nel conflitto contro la Germania).
Requisiti a scopi bellici anche nel secondo conflitto mondiale, molti transatlantici vennero distrutti in mare durante gli scontri, uno per tutti il Conte Rosso, che nel 1941 fu silurato nei pressi di Siracusa da un sommergibile inglese mentre trasportava truppe in Libia. E in tempo di pace quel che non fecero i siluri lo fece la nebbia che nel 1956 vide il mitico transatlantico Andrea Doria affondare in 70 metri d’acqua al largo di New York dopo essere stato speronato per errore da una nave passeggeri svedese.
Il periodo d’oro della navigazione transoceanica era d’altronde agli sgoccioli. Un nuovo potentissimo mezzo di trasporto avrebbe, d’allora in poi, provveduto a collegare i continenti ed accorciare i tempi di viaggio: l’aereo.
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Da ragazzina, ho avuto la fortuna di viaggiare sulla M/n Verdi, andando in Venezuela tra il 20 e il 25 agosto del 1973. È stata una traversata memorabile!
Ricordo particolarmente il comandante della nave, un vero gentiluomo. Purtroppo, non ricordo il nome, però, ricordo il nome di un altro ufficiale, che era un suo parente, tale Bartolomeo Costa.
Dopo circa sei mesi, feci ritorno in Italia con l’altra bellissima nave, la Donizetti.
Ricordi indelebili di un tempo che non tornerà più.
Un saluto!
Grazie Rosa Maria per aver condiviso questo magico ricordo, una bellissima immagine!