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I due piatti della Bilancia

Il 2 ottobre 1869 nasce a Porbandar Mohandas Karamchand Gandhi, una delle più importanti figure della storia dell’India e artefice della sofferta indipendenza dalla Gran Bretagna.  Avvocato, come vuole la Bilancia suo segno solare, Gandhi incarna perfettamente quella combinazione etico-estetica che caratterizza il settimo segno dello zodiaco.
Se osserviamo la vita di grandi personaggi come il Mahatma,  possiamo constatare che, accanto alla indubbia abilità di mediatori, i Bilancia hanno anche il coraggio di scegliere strade impervie, guidati soltanto dal loro profondo e innato senso di giustizia. Questo perché nel Segno trova sede il pianeta Saturno, il Vecchio, l’astro che presiede alla formazione del nostro scheletro, cioè alla formazione di ciò che dentro di noi è solido e duraturo, sia dal punto di vista fisico che psicologico.
Il senso di giustizia di Gandhi si espresse prima di tutto con atti di disobbedienza e non per caso: Saturno dona alla Bilancia la capacità di vedere sempre il rovescio della medaglia per cui nessuna Verità è unica, mentre tutto è contestabile.
Una battaglia tanto difficile come l’indipendenza di un paese già spaccato in due, portata avanti attraverso la resistenza passiva e la non-violenza non può che essere dono di Venere, il secondo astro che “domina” la Bilancia, che crea un bisogno profondo di armonia con il mondo esterno ed in particolare con il “nemico”.
E un profondo bisogno di armonia guidò anche un altro Bilancia: l’esteta, il poeta, il dandy Oscar Wilde (16 ottobre 1854 Dublino), segnato da un destino assai diverso. Certo in questo caso è un altro aspetto di Venere a dominarne la vita, quello che lo spinge a ricercare il piacere in ogni sua forma, che lo rende insofferente a tutte le disarmonie fisiche e intellettive, ma la sua ricerca diventa ossessiva, si nevrotizza nel personaggio di Dorian Gray e porta il grande scrittore a subire un processo infamante, cioè a fare i conti con quella giustizia che troppo spesso è la “bestia nera” dei Bilancia, perennemente in bilico tra la difesa dell’Etica nel senso più alto del termine e l’imposizione al resto del mondo del proprio personalissimo concetto del Bene e del Male.

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