Tra le due guerre
gli architetti di Ghitta Carell
Fondazione Piero Portaluppi
07.11.13 — 20.12.13
mar — dom / 10.00 — 18.00
ingresso gratuito
inaugurazione 06.11.13 / 18.00
via Morozzo della Rocca 5 / Milano
La mostra curata da Roberto Dulio e promossa dalla Fondazione Piero Portaluppi con la partecipazione della Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi, si compone di una nutrita serie di stampe vintage scelte dal curatore tra quelle ritrovate durante una appassionata ricerca sull’attività di Ghitta Carell. Tra i repertori visitati anche la nostra Fototeca. Lo studio, intrapreso per curiosità storica, si è in seguito sostanziato in una meticolosa ricerca tra archivi, testimoni e collezionisti lungo tutta l’Italia (…e oltre) quindi è stato raccolto in un libro Un ritratto Mondano. Fotografie di Ghitta Carell, edito da Johan & Levi. L’autore, dopo il libro, ha focalizzato ulteriormente in un evento espositivo le sue ricerche, rese questa volta con un taglio particolare: esaminando nell’attività ritrattistica della fotografa i sembianti di architetti.
La Fondazione Portaluppi, presenta la mostra con queste parole:
«Come pochi altri artisti Ghitta Carell (1899-1972) seppe realizzare ritratti capaci di evocare uno stringente connubio tra la personalità del soggetto e una precisa volontà di rappresentazione, facendo del personaggio fotografato un protagonista della vita sociale e mondana dell’epoca. Il Regime conferisce un ruolo di primo piano agli architetti, legittimando in ogni progettista l’ambizione di svolgere una funzione maieutica ed esclusiva nel tradurre in pietra le istanze rappresentative del nuovo ordine politico.
Il rapporto della Carell con gli architetti – determinato da una naturale e ineludibile contingenza, legata alle comuni ambizioni e frequentazioni – data al 1930 ed è mediato da Margherita Sarfatti, a cui si può ascrivere il contatto tra la fotografa e il potentissimo Marcello Piacentini, futuro tramite con il vivace mondo degli architetti. Non a caso, proprio all’inizio del decennio nel quale l’architettura s’imporrà come uno degli strumenti più vigorosi ed efficaci del Fascismo per autorappresentarsi e per ammodernare il volto delle città Ghitta Carell inizia a ritrarre gli architetti. Un suo ritratto equivaleva a un certificato di successo e per i più giovani era indizio di incrollabile ambizione al suo raggiungimento.
In pochi anni sfilano di fronte al suo obbiettivo: Giuseppe Pagano, Adalberto Libera, Mario Ridolfi, Giovanni Michelucci, Piero Portaluppi, Armando Brasini, Angiolo Mazzoni, Clemente Busiri Vici e molti altri.»
Roberto Dulio insegna Storia dell’architettura al Politecnico di Milano, si occupa della cultura architettonica moderna e contemporanea e dei suoi rapporti con l’arte e la fotografia. Tra i suoi libri: Giovanni Michelucci 1891-1990 con Claudia Conforti e Marzia Marandola (Electa, Milano 2006), Introduzione a Bruno Zevi (Laterza, Roma-Bari 2008) e naturalmente Un ritratto mondano. Fotografie di Ghitta Carell (Johan&Levi, Milano 2013)